di Nino Di Grillo
Francesco Adilardi, durante la sua brevissima esistenza, lasciò una traccia significativa e indelebile nella cultura ottocentesca calabrese. Una figura dotta di storico, di magistrato, di archeologo che ebbe ospitalità nelle più affermate Accademiche del tempo, compresa quella degli Affaticati di Tropea. Nato a Mandaradoni, studiò in Mottafilocastro, quindi diritto con Francesco Paolo Inglese e Giuseppe Marzano in Monteleone, dove conobbe V. Capialbi. Fu magistrato, accademico, cittadino onorario per meriti letterari della Repubblica di S. Marino. Ebbe l'onorificenza di Cavaliere di S. Gregorio Magno. Morì a soli 37 anni in Cariati durante un duello per mano del Regio Giudice di quel Circondario il quale lo aveva sfidato per futili motivi.
Dal registro delle nascite presso l’archivio del Comune di Limbadi, risulta quanto segue: ”L’anno mille ottocento quindici a ventinove del mese di agosto, avanti di noi Antonio Barletta, sindaco ed ufiziale dello stato civile del comune di Mandaradoni, è comparso Don Paolo Adilardi, di anni ventotto, di professione galantuomo, domiciliato in Mandaradoni, ed ha dichiarato che oggi indo giorno 29 agosto, addì ore ventidue, nella sua casa di abitazione e dalla sua legittima moglie D.a Rosa Brancia, è nato un maschio che ci ha presentato, a cui si è dato il nome di Giovanni, Antonio, Francesco. La presentazione e dichiarazione si è fatta alla presenza di Antonino Brosio, di anni cinquantasei, di professione massaro, domiciliato in Mandaradoni e di Gregorio Cullari, di anni quarantasei, di professione bovaro, domiciliato in Mandaradoni. Il presente atto è stato letto tanto al dichiarante che a testimoni, ed indi firmato da noi e dal dichiarante giacchè i testimoni han detto non saper leggere ne scrivere”. Lo Storico Francesco Adilardi è, dunque, nato a Mandaradoni. Compì i suoi primi studi in Motta Fiilocastro e poi in Monteleone (Vibo Valentia) apprese il diritto alla scuola degli avvocati Francesco Paolo Inglese e Giuseppe Marzano. A Monteleone contrasse le simpatie del Conte Vito Capialbi che pose a sua disposizione la ricca biblioteca familiare da cui trasse molto profitto negli studi di archeologia e di storia patria. Completati gli studi legali si ritirò, per volere dei suoi, di nuovo nel villaggio di Mandaradoni, dove diede libero “sfogo” a quella che era la sua inclinazione naturale e cioè raccogliere “notizie di antichità e porle nell’ordine dei tempi”. Così nel 1838 potè pubblicare in Napoli per la tipografia Porcelli la sua maggiore opera “Memorie Storiche sullo stato fisico, morale e politico della città e del circondario di Nicotera”, che rappresenta una testimonianza del passato di grande valore storico e gli procurò non solo la stima e la benevolenza dei Nicoteresi, ma soprattutto lodi ed encomi da parte dei dotti contemporanei. Numerosi furono, in fatti, gli scrittori che lodarono la sua opera: Filippo Cirelli nel suo Lucifero, 18 nov. 1840; Vincenzo Torelli nel suo Omnibus Letterario, 17 dic. 1840; Leopoldo Pagano nel Progresso di Scienze Lettere ed Arti a. 1840; Massimo Nugnes nel Foglio L’interprete gen. 1844; Nicola Falcone nella sua Biblioteca Istorica Topografica delle Calabrie 1846; Luigi Grimaldi di Catanzaro nei suoi Studi Archeologici sulla Calabria; Nicola Corcia nella Storia delle Due Sicilie 1847; Vito Capialbi nella nota 1 pag. 57 nei Documenti inediti circa la voluta ribellione di Tommaso Campanella. Ebbe anche lusinghieri giudizi da personaggi dotti e ragguardevoli quali Michele Tafuri, Archeologo ed Istorico di Napoli; Matteo Camera di Amalfi; Cav. Agatino Longo dell’Università di Catania altri ancora. La suddetta opera giunse anche a Saxe-Gotha e ad Atene. Infatti il segretario del gabinetto letterario di Saxe-Gotha scriveva al Cav. Capialbi: le scritture di Vito Capialbi sopra Mesima e di Francesco Adilardi sopra Nicotera hanno molto interesse. Nonostante gli impegni che la professione di avvocato gli procurava e le tante fatiche letterarie, l’Adilardi aveva ben in mente la buona sentenza “esser proprio della virtù non solo il sapere, ma si bene l’operare”. Infatti si prodigava ai bisogni degli amici e degli umili, e anche al miglioramento del villaggio di Mandaradoni, impegnandosi che le strade fossero acciottolate. Si preoccupò anche della Chiesa donando una pisside d’argento, fregiò di ornamenti in oro ed argento la V. e M. S. Filomena, ornò l’Altare e realizzò un altarino con un quadro rappresentante Sant’Antonio di Padova. Dai vari risparmi procurati dalla Congregazione persuase la gente del villaggio a costruirsi un orologio pubblico. Per siffatte opere raccolse maggiore stima ed elogi e soprattutto trovò nuovi e più forti stimoli per altri impegni letterari. Infatti nell’anno 1840 andò a Napoli presso la Real Biblioteca Borbonica e Brancacciana per arricchirsi di molte notizie che in provincia non poteva avere ed ebbe anche modo di conquistarsi l’amicizia dell’Archeologo Matteo Camera e di molti altri insigni letterati. Ritornato a Mandaradoni si dedicò alla composizione di altre opere lodevoli: Cenni storici dei Vescovadi di Nicotera e Tropea, di Cariati e Nicastro, ricevendo dal Pontefice Pio IX la croce di Cavaliere di S. Gregorio Magno; nel 1848 pubblicò la biografia di Ercole Coppola Vescovo di Nicotera dal 1651 al 1656. Il 6 febbraio 1850 gli fu conferita la carica di supplente al Regio Giudicato del Circondario di Nicotera. Nonostante questo nuovo incarico che gli prendeva molto tempo, non tralasciava di dedicarsi agli studi di storia e di archeologia e di raccogliere notizie per compiere l’opera dei Nunzi come testimoniano i manoscritti inediti: I Nunzi Apostolici nel reame di Napoli; Notizie sull’istoria naturale civile e religiosa della città di Nicastro; la Provincia Cappuccina di Reggio descritta ed illustrata con brevità; Notizie genealogiche della famiglia Adilardi, ed altri ancora. Con decreto del 7 aprile 1851 Adilardi fu nominato Presidente del Consiglio distrettuale di Monteleone, conquistandosi, per le sue nobili doti, la benevolenza del Sig. D. Giuseppe De Nava, degnissimo Sotto-Intendente e profondo conoscitore del Diritto Amministrativo. Fra le tante proposte che presentò al Consiglio è bene ricordare quella dell’Accademia Medamea, la quale approvata e proposta al Consiglio Provinciale, ora si ritrova con gli Statuti al Ministero della Pubblica Istruzione. Il 20 ottobre 1851 fu nominato Regio Giudice del Circondario di Cariati, dove si distinse per come amministrava la giustizia, con imparzialità e rettitudine, ma anche con grande umanità, riscuotendo rispetto e stima da parte delle Autorità Superiori della Provincia e del Distretto di Cariati. “ Tutto arrideva al virtuoso e benemerito giovine magistrato e prometteagli felicissimi eventi; ma il dito di Dio, che nell’eterne sue giustissime mire ad ogni cosa segna sua meta, già tirava quella linea fatale, che oltrepassar non si può, ed ove il mar della vita rompe i suoi flutti ”. Colpito da febbre terzana (malaria) venne a morte nella sera del 13 ottobre 1852 estinguendosi con lui defunto nel celibato, il ramo Adilardi, che nascea da Princivalle e Delia Braghò. Nell’anno 2001 l’Amministrazione Comunale di Limbadi, interpretando la volontà dei Mandaradonesi di ricordare un uomo così nobile, valentissimo nell’arte del Diritto e della Storia, gli ha dedicato una nuova via chiamandola appunto via Francesco Adilardi. La biografia del Cav. Francesco Adilardi è stata scritta nel 1854 dal Canonino Cav. Vincenzo Brancia di Nicotera e dedicata al “Ch. Matteo Camera, Storico e Archeologo Prestantissimo, Socio di vari Consessi Letterari e Scientifici dell’Academia di Napoli e di Roma, Autore di molte Opere Lodate”.
BIBLIOGRAFIA Memorie storiche su lo studio fisico, morale e politico della città di Nicotera raccolte da Francesco Adilardi di Paolo, socio dell'Acc. Florimontana Vibonese e degli Affaticati di Tropea, Napoli, Tip. Porcelli, 1883. Nicotera (Chiesa vescovile) in Cenni storici sulle chiese... del Regno delle Due Sicilie raccolti.. per l'Abate Vincenzo D'Avino, Napoli, Ranucci, 1848, pp. 473-81. Questi cenni sono estratti dall'Enciclopedia dell'Ecclesistico, Tomo IV, pp. 833-841. Cenno storico sul Vescovato di Nicotera dettato da Francesco Adilardi (Estratto dall'Enciclopedia dell'Ecclesiastico), Tomo IV, pp.833-841, Napoli, Ranucci, 1849. Nicastro (Chiesa vescovile). In Cenni storici sulle chiese... del Regno delle Due Sicilie raccolti... per l'Abate Vincenzo D'Avino, pp. 456-71; e nell'Enciclopedia dell'Ecclesiastico, T. IV, Napoli, 1845. Cariati (Chiesa vescovile). Ivi, pp. 137-45 dei Cenni storici (Ha la data <<Nicotera gennaio 1847>>. Tropea (Chiesa vescovile). Ivi, pp. 707-19. Vita del Canonico Filippo Cafaro, nel giornale Il Pitagora e in Accatatis, III, 197-200. Biografia di Ercole Coppola, vescovo di Nicotera, 1848.
MANOSCRITTI I Nunzii apostolici nel Reame di Napoli. Notizie sull'istoria naturale, civile e religiosa della Città di Nicastro. La provincia Cappuccina di Reggio descritta ed illustrata con brevità. Notizie genealogiche della famiglia Adilardi. Memoria per la istituzione di un Ordine equestre in San Marino a ricompensa del merito.
PUBBLICAZIONI VARIE Cfr. Il Lucifero, a. III, n. 41; L'Omnibus, a. VIII; Leopoldo Pagano. artic. nel Progresso sc., lett. ed arti; Interprete, a. 4; N. Falcone, Bibl. stor.; V. Capiaalbi, Doc. circa la voluta rib. di Campanella; Grimaldi, st. archeolog.; V. Brancia, Biogr. di F. A., Napoli, A. Festa, 1854; Accattatis, IV, 413-5.