GIUSEPPE MARIA
SCRUGLI
di Giuseppe Fazzari Serrao
L'oblio non assorbirebbe i nomi di molti, se questi fossero stati meno timidi a mostrarsi, e sarebbe morto ignorato anche il Barone Galluppi, se non fosse andato in Napoli per una lite familiare, e l'avvocato di lui non lo avesse presentato al Ministro Petracatella, che gli diede la cattedra di filosofia senza concorso; cosa insolita a quei tempi. Lo Scrugli, concittadino al Galluppi, del quale seguì le dottrine, avrebbe di certo avuta fama maggiore, e più estesa, se avesse dato alla luce le sue opere. Pur ristringendoci nei confini angusti che ci sono imposti, faremo rapido cenno sulla vita e sulla scienza dello Scrugli. Egli nacque in Tropea a 26 gennaio 1802 da Ignazio e Domenica Bagnato; ebbe molte sorelle e fratelli, fra cui i viventi Ottavio e Vice-ammiraglio Conte Napoleone Scrugli, e dall'infanzia manifestò ingegno non comune, e progredì sotto la guida del dotto suo zio Giuseppe canonico Scrugli, e del dottissimo Barone Ignazio, che Galluppi riveriva come maestro, e n'è prova l'inedito elogio funebre del Barone dettato dal Galluppi. Crebbe lo Scrugli negli anni, e nell'amore allo studio, e cinse la veste dei seguaci di Sant'Alfonso de Liguori, e nei diversi collegi dei Liguorini si fece sempre ammirare per l'ingegno, e per la costanza nello studio; ma una malattia lo costrinse ad abbandonare il chiostro, e fuori d'esso non potea mancare allo Scrugli un posto ed il plauso ed onore dovuto; ed egli fu Teologo della cattedrale di Oppido, e poi di quella del suo paese natio. Insegnò sempre con lode così le scienze ecclesiastiche, dommatiche, morali, canoniche, esegetico-bibliche, come anche le filosofiche in privati studi, e nei Seminari di Oppido e Tropea; fu membro di moltissime Accademie, e per la scienza meritò la croce del Reale Ordine Costantiniano, Oratore sacro fu degno di ascendere i primi pergami della Calabria, Catanzaro, Reggio, Cosenza, e fuori di Calabria, anche di altre molte cospicue città, fra cui Aquila. La sua morte avvenuta a dieci ottobre milleottocentosettantasei in Tropea aprì un vuoto, che non si colmerà nella sua patria per molto tempo, e fu annunziata con dolore, dalla Verità Gazzetta Calabrese di Catanzaro a 9 maggio 1877 e dalla Tribuna di Napoli a 20 maggio detto anno. Se noi dovessimo convenientemente dir della scienza dello Scrugli, sorpasseremmo i limiti imposti, e però ne faremo un fuggevole cenno. La filosofia è scienza prima, e le altre scienze considerate senza relazione ad esse sono prive di vitalità; sono rami divelti dall'albero, nè il clero sconobbe mai questo vero, e il chiericato italiano ne dà prova in Genovesi, Stellini, Gioberti, Rosmini, Fornari, Pestalozza, Sanseverino, Prisco. Lo Scrugli comprese questo vero, e pur valendo di molto nelle scienze del suo ministero, (e ne rimangono inedite le disquisizioni bibliche recitate per ufficio di teologo) diede l'animo alla filosofia, e così non pure vide le attinenze fra questa e quelle, ma se ne avvantaggiò dell'una per le altre, e delle altre per l'una. Spirito intelligente ed acuto, comprese che la filosofia di un'epoca è legata a quella dell'epoca precedente, sicchè la Storia della filosofia non è aggregato casuale, accozzamento disarmonico, ma è un tutto regolato da leggi di connessione, e lo Scrugli pose ogni cura a percorrere il cammino tenuto dalla filosofia, e frutto dei suoi studi è un manoscritto di generale importanza, la Storia della filosofia. E siccome cosa inedita, crediamo non parlarne del valore, se non desumendolo dall'Elogio fumebre del Galluppi, dettato dallo Scrugli e dato alle stampe, tralasciando di parlare d'altri lavori suoi inediti, e dei seguenti altri stampati cioè diversi panegirici, diversi elogi funebri, un opuscolo sul Congresso dei Vescovi 1862, il Catechismo protestante esaminato, un porto in Tropea etc: perchè ce lo vieta l'imposta brevità. Tessere un elogio al Galluppi importa comprendere il posto, che questi occupa nella Storia della filosofia e quindi comprendere lo stato della filosofia nel tempo della comparsa del Galluppi. Il sensismo francese predominava; Condillac ridusse la facoltà umana alla Sensazione trasformata, e spinse alle ultime conseguenze il sistema dell'inglese Locke. Un eccesso chiama l'altro, al dir di Condorcet. Il filosofo di Konisberg, genio nuovo ed originale elevò un sistema originale con le visioni, e categorie, e costruì la scienza a priori. Il Galluppi comprese l'originalità di Kant1; lo Scrugli ancor esso lo chiama genio potente e nuovo2; il Galluppi vide che il trascendentalismo alemanno era conseguenza del sistema di Cartesio, Locke, Condillac, Leibnizio da una parte, e dall'altra dei sistemi di Hume e Reid, e lo Scrugli comprese ciò che insegnava il Galluppi, e comprese che questi teneva una via di mezzo fra il sensismo e il trascendentalismo3; e comprese che una nuova via era aperta da Kant, la via del criticismo diversa dalle vie sinora tenute, del dommatismo e dello scetticismo4, e che Kant era il padre della moderna filosofia alemanna, e perciò di Fickte, Schelling, Hegel, e che il Galluppi era il primo ingegno filosofico che nel secolo decimonono usciva in Italia dalla schiera volgare dei filosofi, e chiamava gl'Italiani ad indipendente filosofare5 rinnovando i miracoli dei suoi calabri conterranei Telesio e Campanella, e schiudendo la via a Gioberti ed a Rosmini. Lo Scrugli stesso comprese e disse, molto tempo prima che Franchi ausonio lo avesse detto, essere stato il Galluppi l'avanguardia dei filosofi italiani del secolo XIX6. Lo Scrugli ben vide nel Galluppi il filosofo che fece conoscere in Italia il sistema di Emmanuele Kant, e lo confutò, e che fece un'analisi completa delle facoltà dell'anima umana, e vide ben meritate le lodi che Gioberti7 e Rosmini8 e Mamiani9 e Senty ed altri10 prodigavano al filosofo di Tropea, in cui lo Scrugli vide il filosofo non morituro perchè le dottrine del Galluppi hanno per fendamento la religione ed il vangelo, legge di fratellanza e di amore11. Il Galluppi fu compreso dallo Scrugli, come si vede dall'Elogio, ma fu Galluppi stesso che disse essere stato ben compreso dallo Scrugli, che apparteneva alla Scuola della filosofia dell'osservazione e dell'esperienza, alla quale appartengono Aristotile, San Tommaso, Galluppi. Possiamo perciò ben dedurre dall'Elogio edito in morte del Galluppi, il gran valore del manoscritto dello Scrugli sulla Storia della filosofia, e con certezza possiamo affermare, che lo Scrugli era meritevole di altra fama, maggiore, e più estesa se avesse dato alla luce l'opera suddetta, e possiamo dire con verità e con giustizia che la morte dello Scrugli non lasciò in Tropea superstiti che lo potessero pareggiare.
NOTE
1 Lettere filosofiche di Galluppi ediz: fior: lettera 4a pag. 90. 2 Elogio dettato dallo Scrugli in morte del Galluppi, Tip. Seguin pag. 16. 3 Ivi pag. 18 4 Villers philosophia allemanda. 5 Saggio del Galluppi, vol. 1 in fine. 6 Elogio dello Scrugli, pag. 12 e 18. 7 8 9 10 Ivi, pag. 12. 11 Filosofia morale del Galluppi, elementi, vol. 5.