di F. Saverio Salfi
Nel dì 20 del Luglio 1847 spuntava l'ultimo sole per Gregorio Galli, da lenta e tormentosa infermità rapito a due tenere figliolette, ad amorosa consorte, ad onoranda genitrice, alle quali in tanto grave dolore solo un conforto or rimane: la memoria non peritura delle virtù dell'estinto. Nella nobile Città di Tropea veniva egli alla luce del mondo addì 31 di ottobre del 1799 dal Cav. Carlo Galli patrizio Messinese e da Maria Giuseppa de' Baroni della Posta. Con un cuore pieno di religione, che la egregia madre seppe di buona ora educare, e con la mente atta ad ogni maniera di studi dopo i primi e ben'avviati passi nel cammino delle lettere, a scorta del suo chiarissimo concittadino T. Ruffa, entrò nella Militare Accademia di Napoli. E quivi fra il più bel fiore di nobili giovanetti, non ultimo era Gregorio Galli, che anzi tra'primi ebbe nominanza di valoroso nel vasto campo delle fecondissime matematiche. E questa sua eccellenza nella scienza, non guari andò discompagnata dal corrispondente guiderdone; giacchè nell'uscire da quel Ginnasio fu ascritto con grado di Uffiziale nel dotto Corpo de'Militari Ingegneri. Non v'è chi ignori le belle opere fatte eseguire dal Marchese Nunziante, verso gli ultimi anni della sua vecchiezza, nell'interesse della industria e della pubblica economia. Perchè le terre impaludate del Rosarnese si fossero prosciugate, mercè gli argini accortamente costruiti, e le ben disposte colmate incontro al Mesima, il Nunziante, sì come nella fondazione del Villaggio S. Ferdinando, metteva a profitto l'ingegno del giovine Galli. Il quale seppe in guisa rispondere alla fiducia in lui riposta, da diventar carissimo a quell'antico Generale, che lo ebbe poscia sempre in particolare predilezione. Ma il campo in cui si distinse più ampiamente il nostro Galli, fu la Salina di Altomonte, ove riuscì a determinare il punto vero e preciso nella superficie della soprastante montagna, per aprire nelle sottoposte cave il pozzo verticale, proposto fin dal 1811, dall'Ispettor generale Melograni, e poscia dal Thomas, e mandato mirabilmente ad effetto dal nostro Galli, il dì 13 Settembre del 1827, dopo anni due e mesi cinque di assidui studi e di penose cure. In una memoria messa da lui a stampa si espongono con molta semplicità e lucidezza le ragioni ed il metodo da lui tenuto nell'eseguito lavoro, che gli procacciò dalla munificenza Sovrana l'onore di esser noverato fra i Cavalieri del Real Ordine di Francesco I.° - Deputato ad altri lavori ne'forti di Gaeta, di Cotrone e di altri luoghi del nostro Regno, non egli mai di tanta confidenza dava punto mentita. Nel 1840 toglieva a compagna del suo cuore Carolina Nocle, che rallegrando il di lui letto domestico lo faceva lieto di due care figliuolette, e di un vago bambino, che di breve dovea procedere l'amorosissimo padre nel celestiale soggiorno. Già Capitan-tenente nell'arma cui era ascritto, il suo costante zelo, le fatiche durate gli davan diritto ai gradi maggiori. Nè le concepute speranze in ciò gli andavan fallite, chè la sua nomina a Capitan Comandante si promulgava bentosto. Ma l'infelice nel suo letto di morte non dovea neanco aver notizia di questo premio novello. Era lassù scritto che la carriera di questo valoroso fosse assai corta, e le palme in breve tempo mietute dovean tantosto mutarsi in funerea corona ! Allorquando un'amicizia affettuosa e sincera, per la prima volta, o mio Gregorio Galli, legava i nostri cuori, se taluno mi avesse detto in quel beato momento: Undici anni e non più, e questa vita che or vedi sì rigogliosa, sì ardita sarà disfatta in polvere ! Oh sì che la vita gioia si sarebbe cangiata in lutto, ed ora i miei onestissimi giorni sarebbero meno contristati dalla inattesa sventura.