IL GIORNALE DI SICILIA del 23 aprile 1961

I DELITTI DEI GIOVANI

DI 'BUONA FAMIGLIA'

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La crisi della società moderna ha in queste ma-

nifestazioni criminose l'indice più espressivo

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Le cronache di questi ultimi giorni si sono ampiamente occupate della scoperta, da parte della Polizia, di un'associazione di giovani studenti che da tempo, si dedicava ad imprese criminose. Tutti giovani, si dice nelle cronache, appartenenti a <<buone famiglie>>.

Ed il cittadino che legge, resta meravigliato così come è rimasto meravigliato il Commissario di P.S. operante, che da tempo aveva sguinzagliati i suoi uomini per scoprire gli autori di numerose imprese ladresche che si ripetevano nella sua giurisdizione.

Come mai, si domanda il cittadino, questi giovani <<di buona famiglia>> hanno scelto la via del delitto?

Che cosa li ha sospinti a perdersi per sempre ?

Non certo la miseria, vien subito da rispondere, poichè se appartengono a <<buone famiglie>>, se sono studenti, è da ritenere che possano disporre del necessario per una esistenza normale.

Ed allora ?

Non intendiamo assolutamente affrontare in questa sede il problema dell'attuale delinquenza minorile. Sarebbe un compito tutt'altro che agevole data la vastità del fenomeno che dilaga su scala mondiale.

Ci preme solo puntualizzare qualche concetto al fine di terminare qualcuna delle cause che concorrono nel determinismo del fenomeno. Ed è bene subito precisare come non sia più il caso dl considerare questo insistente e crescendo sbandamento della gioventù come un residuato bellico.

E' un luogo comune che non si può più accettare poichè la guerra è finita da ben cinque lustri ed anche il periodo dell'immediato dopoguerra si va sempre più allontanando nel tempo.

D'altra parte il grave fenomeno si estende su scala mondiale e le manifestazioni criminose della gioventù si hanno anche in paesi che non hanno sofferto nè il male della guerra, nè i suoi effetti.

Quindi accantoniamo una volta per sempre il solito 1uogo comune del residuato bellico e cerchiamo di renderci conto quali sono i fattori che possono concorrere a determinare i giovani a manifestazioni dl criminalità.

E' bene prescindere, in questa sede dalla considerazione degli eventuali fattori endogeni, propri del soggetto, che, determinando un arresto nella evoluzione psichica del giovane, possono sospingerlo a manifestazioni antisociali; e consideriamo le cause, i fattori esogeni che giocano nel determinismo delle manifestazioni delittuose dei giovani <<di buona famiglia>>.

Anzitutto è bene intendersi sul significato dell'espressione di <<buona famiglia>>.

Noi intendiamo: famiglia ordinata, famiglia ove ogni componente è di buon esempio all'altro; famiglia, ove in assenza d'uno dei genitori, 1'altro riesce a mantenere in vita tutti i poteri-doveri derivanti dalla patria potestà; famiglia dove i figli man mano che vanno affrontando la vita di relazione, continuano ad essere seguiti dai genitori, che ne sorvegliano i movimenti, le amicizie, il tempo libero; famiglia ove lo studio o il lavoro rappresenta 1a prima occupazione; famiglia nella quale moralità e religione rappresentano le fiaccole che sempre ardono sul focolare.

E' così che tutti intendono 1'espressione <<di buona famiglia>>?

L'inchiesta sociale che sarà eseguita prima del giudizio nei confronti dei minori e la storia sociale che sarà redatta nei confronti di ognuno, così come la legislazione attuale impone, varrà a stabilire realmente se si tratta di buone famiglie come sopra specificate o se invece quei giovani hanno trovato proprio in seno alle loro famiglie l'humus favorevole per lo sviluppo di tendenze criminogene.

Intanto, prima ancora di sapere se, dissociazione familiare, amoralità dei componenti, cattivo esempio del nucleo familiare, abbiano potuto concorrere nella spinta al delitto, riteniamo di poter affermare che, in ogni caso, i genitori di quei giovani, avevano troppo allentate le briglia sul collo.

E in ciò non deve assolutamente far meraviglia poichè purtroppo oggi in nome d'un malinteso concetto di libertà, che si sbandiera da tutti, molti genitori si dimostrano troppo accondiscendenti ai voleri dei figli. astenendosi dal seguirli con occhio vigile ed attento nella loro attività quotidiana.

Ci è capitato di leggere giorni or sono d'una madre che, dopo aver fatto visitare una figlia quindicenne, ed aver saputo che era affetta da sifiloma iniziale, scoppiava in lacrime nel gabinetto del dottore e tra un singhiozzo e 1'altro rinfacciava alla figlia tutto quello che aveva avuto: 1'avevano mandata con una amichetta all'isola d'Elba; le avevano comprata la vespa; era stata quindici giorni con un'amica al Sestriere; aveva voluto due abiti da sera ed una pelliccia dl Castoro….

Perchè mai, concludeva quella madre, hai fatto questo?

E' questa una realtà palpitante che tutti i genitori dobbiamo avvertire, specie oggi che le tendenze educative muovono su un terreno talmente sensibile di condurre ad indulgere eccessive o addirittura ad <<un restar fuori della mischia>> con conseguenze nefaste.

Non sia facile scusa i1 ritmo convulso della vita attuale.

Ogni genitore ha i1 preciso dovere dl restare vicino alla propria creatura per intervenire, con ogni accorgimento, e prevenire tempestivamente ogni scivolamento verso l'irreparabile.

In alcune città italiane si è sentito il dovere di richiamare ai propri doveri i genitori istituendo delle <<Scuole per genitori>> e numerosi sono accorsi quest'ultimi per sentire la voce che li richiama, segnalando la via da seguire.

Indubbiamente ad eccitare la fantasia dei giovani non più tenuti a briglia dai propri genitori, concorrono altri elementi, letture, fumetti, spettacoli di cui viene assimilata la parte negativa dal punto di vista educativo-pedagogico.

Ma se i genitori riusciranno a riprendere le briglia, anche questi fattori secondari saranno meno influenti in quanto i genitori riusciranno a controllare amorevolmente, anche le letture, le compagnie, gli spettacoli.

Non è un invito per i genitori a fare un passo indietro. Si chiede solo che i genitori si rendano conto della necessità di controllare i propri figli nelle loro attività quotidiane.

Solo così potranno collaborare alla soluzione di questo gravissimo problema sociale le cui manifestazioni criminose non hanno più confini geografici e minacciano sempre più di dilagare.

La crisi della società moderna ha in queste manifestazioni l'indice più espressivo.

E' dovere di tutti concorrere ad arginare il fenomeno bandendo i falsi concetti di libertà e facendo leva sui principi morali e cristiani che hanno sempre rappresentato la fiaccola luminosa d'ogni onesto focolare domestico.
 
 

Pasquale Lo Torto