DIVORZIO ALL'ITALIANA







La notte del 23 settembre 1958 Salvatore Orifici, un ragazzo di diciotto anni che era fidanzato con la ventenne Carmela Campana, fu assassinato nelle campagne di San Pietro Patti con 57 coltellate. La ragazza aveva detto ai suoi genitori di essere stata sedotta dal fidanzato, il giovane aveva respinto con veemenza l'addebito: diceva la verità? mentiva? Il tribunale di famiglia non si pose neppure il quesito, condannò soltanto. La Corte d'Assise assolse. Assolse l'esecutore materiale del delitto, un cognato di Carmela Campana, per infermità di mente, assolse per insufficienza di prove Carmela e suo padre, i mandanti. Del povero ragazzo crivellato da 57 coltellate nessuno parlò. Si parlò molto di Carmela, "semplice e sconsolata contadinella, in balia a sè stessa e a vicende di cui non ha colpa, vittima di un dramma immenso, che la supera e la travolge!".
"E' l'alveare compatto che soffre l'oltraggio e ad esso reagisce", scrive nella sua requisitoria, che sembra piuttosto un'arringa difensiva, il Pubblico Ministero della Corte di Cassazione.

A Messina, il Procuratore Generale della Corte d'Appello durante il discorso inaugurativo dell'anno giudiziario 1961 fece un accenno al problema, dicendo:
"Gran parte degli omicidi consumati o tentati sono conseguenze di fatti occasionali, che hanno avuto la loro causa in stati passionali per il temperamento impulsivo del reo o per un mal concepito senso dell'onore".

Ma più tardi ebbe occasione di precisare che con le sue parole egli aveva inteso soltanto limitarsi ad una pura constatazione dei moventi dei delitti. A Palermo il Procuratore Generale non ritenne neppure di dover sfiorare l'argomento. "Purtroppo - dice invece un giovane Magistrato, il Sostituto Procuratore dott. Pasquale Lo Torto - i tempi mutano da un ventennio all'altro, ma la legge è sempre quella. Occorre invece adeguare la legge al nuovo modo di considerare la vita, nei suoi rapporti veri, essenziali, rieducando le massi, mostrando loro qual'è il vero onore da tutelareee. Ciò si può raggiungere attraverso molteplici fattori concorrenti, uno dei quali è rappresentato dai pronunziati dalla Giustizia. Se le sentenze rimarranno ancorate ai secolari pregiudizi atavici, i delitti organizzati continueranno. Per modificare la coscienza popolare occorre anche modificare le sentenze, e allora l'ambiente si renderà conto che il delitto d'onore come tale non esiste".
(da: "Divorzio all'italiana" di Pietro Germi, a cura di Giorgio Moscon - Edizioni FM - 1961 - p. 15).