Tropea. Il solco del Torrente Lumia.

UN INTERESSANTE FENOMENO DI
INTERRIMENTO DI
UNA SPIAGGIA TIRRENICA
 

di Orazio Toraldo di Francia


Si tratta della comunicazione del Ten. Gen. (Geografo) Orazio Toraldo di Francia al XIV Congresso Geografico Italiano svoltosi a Bologna dall'8 al 12 aprile del 1947. Qualche tempo prima il Toraldo aveva comandato, dal 27 dicembre 1937 al 1° marzo 1940, l'Istituto Geografico Militare di Firenze.
L'elaborato tende ad illustrare le cause dell'interrimento, avvenuto in tempi rapidi, del tratto di spiaggia tra lo scoglio di S. Leonardo, fino al 1870 circondato dal mare, e la rupe di Tropea, in prossimità dello sbocco del torrente Lumia, le cui periodiche piene sono da ritenere le maggiori concause che determinarono tale fenomeno.
E' abbastanza significativa la descrizione del comportamento del torrente Lumia che ai tempi dell'autore appariva come "un corso d'acqua di brevissimo percorso che non convoglia molte acque nè molto materiale: quasi sempre è asciutto e ad ogni modo le sue torbide possono essere facilmente disperse", ma che, a detta degli anziani del posto,  aveva "nell'epoca intorno al 1870 trasportato gran copia di detriti" e ancora "nel 1861 una imponente piena provocò nello spazio di qualche giorno il colmamento del tratto dello specchio marino compreso fra la punta sud di S. Leonardo, e la rocca di Tropea". Vale la pena di ricordare che durante i lavori di costruzione del porto (1913), si rese necessario "deviare" il corso del Lumia, indirizzando il flusso verso la parete dello scoglio di S. Leonardo cui è stata prodotta una galleria artificiale per dar modo al torrente di sboccare nel tratto di mare detto "arretu 'o cannuni".
Se il torrente Lumia si era reso nel tempo minaccioso, il comportamento dell'altro, la "Grazia", non era da meno: "Risulta certo anche che il torrente Grazia, sempre intorno al 1870 abbia avuto una o più serie di disastrose piene, che hanno formato il delta attuale".
Se poi alle autorevoli considerazioni dell'autore, che a questo punto non avrebbero bisogno di commenti, volessimo aggiungere che le "imponenti" piene del Lumia si sono ripetute in tempi successivi, come quella disastrosa avvenuta negli anni cinquanta, allora dovremmo, oggi, trarre dalla comunicazione scientifica del Toraldo un vero e proprio monito sulla latente pericolosità dei corsi d'acqua, apparentemente tranquilli ma che hanno, in qualsiasi momento ed in tempi rapidissimi, il potere di sconvolgere addirittura la geografia di un luogo con il conseguente ed ormai arcinoto coinvolgimento degli insediamenti o manufatti abitativi che l'uomo si ostina a costruire in prossimità degli argini o addirittura sul loro stesso percorso.

Poco ad oriente del Capo Vaticano, su di una balza rocciosa di calcare arenareo, a specchio dell'azzurro Tirreno, si trova la piccola e pittoresca città di Tropea, che oggi conta non più di 5.000 abitanti. Serrata tra i bordi dell'appicco che la circonda da tre lati, è congiunta alla terra retrostante da un istmo non più largo di 350 metri, che rappresentava in passato l'unico possibile fronte d'attacco della cittadella medioevale: in corrispondenza di questo istmo infatti erano state costruite robuste mura che sopravvissero fino a mezzo secolo fa, dove si aprivano due porte, la porta Vaticana e la Porta Marina, che formavano i due ingressi cittadini, fino a quando non si aprì (dopo il 1783) una porta centrale che fu chiamata Porta Nuova.
Davanti alla rupe alta una cinquantina di metri sul sottostante mare, si trovano gli scogli dell'Isola e di S. Leonardo (vedi tav. e carte annesse) anch'essi circondati da appicchi e costituiti della stessa roccia dalla quale appaiono come distaccati.
Oggi questi scogli sono riuniti alla terraferma da una spiaggia sabbiosa; ma in passato pare che ambedue fossero state vere e proprie isole. Molto difficile è poi stabilire con sicurezza fino a quale epoca lo scoglio dell'Isola sia stato davvero un'isola e quando e come siasi congiunto alla terraferma1, mentre quello di S. Leonardo era circondato dal mare fino al 1870. Ma è difficile stabilire se ambedue, in un lontano passato, dopo un primo collegamento alla adiacente spiaggia, se ne siano nuovamente distaccati, così da far supporre un'alternanza di interrimenti del mare in questi paraggi.
Le carte, gli schizzi e le iconografie antiche che si posseggono danno un'idea troppo vaga delle passate condizioni di questo tratto di spiaggia e le cronache più antiche mentre accennano con sicurezza al fatto che anche in passato lo scoglio dell'Isola è stato una vera isola, non indicano l'epoca in cui esso venne collegato con la costa.
Sia di fatto che dalle carte e dalle vedute più antiche (1700) risulta che tale scoglio era riunito già alla adiacente spiaggia. Volendo fondare il ragionamento su dati di fatto sicuri, io parto dalla situazione risultante dalle iconografie del Pacichelli (1703), del De Saint Non (1770-80) e dello Schellinks (Atlante del Van der Hem) ed infine dal rilievo alla scala 1:1500 circa fatto da G. Bausan nel 1839 per la costruzione di un porto in Tropea, che pare riprodurre la immutata situazione immediatamente precedente. Fino nel sottostante mare, che aveva la profondità minima di 6 metri, sotto la roccia; una piccola spiaggia si trovava in corrispondenza dell'Isola ed un'altra presso lo sbocco del torrentello Lumia che si prolungava pare verso est fino a congiungersi al più grande delta formato dai torrenti Grazia e Bulmaria, che pare non confluissero insieme prima del 1870.
Verso il 1870, con un processo rapidissimo, lo scoglio di S. Leonardo venne congiunto alla terraferma e la spiaggia assunse l'andamento prossimo all'attuale. Come mai una situazione che pare sia perdurata da oltre un secolo2 e che è presumibile rimontasse a diversi secoli addietro, potè cambiare con tanta rapidità? Il torrente Lumia è oggi un corso d'acqua di brevissimo percorso che non convoglia molte acque nè molto materiale: quasi sempre è asciutto e ad ogni modo le sue torbide possono essere facilmente disperse; ma gli anziani affermano che esso abbia nell'epoca intorno al 1870 trasportato gran copia di detriti.
Risulta certo anche che il torrente Grazia, sempre intorno al 1870 abbia avuto una o più serie di disastrose piene, che hanno formato il delta attuale: a questi due fatti deve attribuirsi in parte almeno3 la causa della trasformazione della spiaggia. Ma come questa si è effettivamente attuata?
Le condizioni precedenti al 1870, invero, avrebbero fatto supporre un rapido interrimento del canale fra lo scoglio S. Leonardo e la rocca tropeana senza l'intervento di cause particolari: eppure questo interrimento non è mai avvenuto ed il canale si è sempre mantenuto navigabile anche a grossi velieri che vi si riparavano dalle tempeste.
I rilievi del Bausan segnano profondità rilevanti a qualche decina di metri dalla riva, come è indicato dalla carta annessa, mentre dall'esame dell'andamento delle linee di spiaggia fra i diversi aggetti costieri da Capo Vaticano allo scoglio di S. Leonardo e alla punta di Zambrone, risulterebbe che l'assetto di equilibrio della spiaggia tropeana avrebbe dovuto essere da tempo quello raggiunto nel 1870. Perchè l'interrimento si è effettuato soltanto in quest'anno, per opera del mare e della concomitante azione di trasporto dei torrenti Lumia, Bulmaria e Grazia, mentre per la spiaggia ad ovest dello scoglio dell'Isola un assetto di equilibrio, prossimo a quello odierno era stato da qualche tempo già raggiunto?


L'andamento della linea di spiaggia. In esame la Riva quaternaria, del 1834, del 1870  e quella odierna (1947).

L'esame delle cause di questo fenomeno fa parte di un più ampio studio cui attendo da qualche tempo e nel quale procedo alla valutazione delle condizioni batilitologiche della piattaforma costiera e dell'azione dei venti e dei flutti regnante e dominante; parmi però utile fin d'ora dare qualche notizia sommaria.
Dallo studio dei venti condotto sulla scorta dei dati forniti dall'osservatorio meteorologico di Tropea per il decennio 1916-1925 risulterebbe che il vento regnante è l'WSW e dominanti in genere sono quelli del III quadrante, cui seguono quelli del IV; ma volendo riferirsi alle teorie moderne che introducono il criterio del Fetch, bisogna convenire che il settore di traversia dominante corrisponde invece ai venti del IV quadrante, con bisettrice di direzione NW-SE. I flutti prevalenti, sempre secondo tali dati elaborati dell'osservatorio di Tropea, dovrebbero essere per ordine di efficacia quelli di WSW, cui seguono a distanza SW, WNW, SSW, NNW, ENE. Essi dovrebbero produrre il maggior effetto di trasporto di materiali, subordinatamente alle condizioni batimetriche e batilitologiche del fondo marino corrispondente. Escludendo, in base a quest'ultima limitazione, il NNW e l'ENE, rimangono i venti del III quadrante, compresi tra l'WSW e il SSW.
In base a tale constatazione, anche l'assetto della spiaggia fra l'Isola e il S. Leonardo avrebbe dovuto da tempo raggiungere l'andamento odierno.
Ma qui interviene la doppia azione dei venti dominanti e della risacca. I flutti del IV quadrante arrivano con estrema violenza nel piccolo seno compreso tra l'Isola e il S. Leonardo e battevano in pieno, in passato, contro le pareti verticali del contorno costiero, dando luogo ad una serie di correnti di risacca verso il largo e verso l'interno del seno, producendo un insieme di moti vorticosi: conseguenze di ciò una erosione del fondo marino ed un trasporto al largo dei materiali esistenti e di parte di quelli trasportati dai flutti del III quadrante. L'esame e il confronto delle curve batimetriche risultanti dai rilievi eseguiti nel 1937-38 e 39 dimostrano infatti l'esistenza, oggi, di una corrente di deriva che, partendo dal fianco NW del recente molo, si dirige verso WNW. A questa corrente è dovuta in parte4 la formazione di un lungo e depresso dosso litorale che si dispone in direzione generale W-E a circa 200 metri dalla punta N dell'Isola e si spegne verso E a 250 metri a NE della punta del molo (Banco di risacca del Cornaglia).
Fino a quando circostanze nuove non fossero intervenute, il seno a nord di Tropea non si sarebbe potuto interrire.
Per il canale di mare fra S. Leonardo e la rocca di Tropea valgono altre considerazioni. I venti violenti del IV quadrante lo infilano direttamente, per cui esso si doveva mantenere sgombero da depositi, che sarebbero stati spazzati dal mare verso lo sbocco sud: ma qui si doveano anche risentire gli effetti dei flutti provocati dai venti di greco-levante, per cui, in corrispondenza dello sbocco SE medesimo, si sarebbe dovuto formare, come si formò e come risulta dal rilievo del Bausan, una piccola sella subacquea (- 4 m.). L'equilibrio si sarebbe però mantenuto fino a quando i flutti di greco-levante non avessero avuto forte alimento di materiale sedimentizio; questo alimento fu dato fra il 1860 e 1870 dalle piene del Lumia, del Bulmaria e della Grazia.
Narrano i vecchi marinai del posto che nel 1861 una imponente piena del Lumia provocò nello spazio di qualche giorno il colmamento del tratto dello specchio marino compreso fra la punta sud di S. Leonardo, e la rocca di Tropea, ostacolando il deflusso delle acque provenienti da nord-ovest, cosicchè queste cominciarono a depositare i materiali da esse trascinati. La lotta fra i flutti di nord-ovest e quelli di est-sud-est però continuò per qualche tempo, tanto che in epoca successiva, dopo una violenta tempesta, le acque provenienti dalle opposte direzioni si congiunsero per una notte; ma al termine della tempesta tutto tornò come prima e da allora in poi l'interrimento preseguì ininterrottamente, sebbene lentamente, fino a che non fu invaso dalle sabbie anche il fondo del bacino settentrionale. La linea azzurra indica il presumibile andamento della linea di spiaggia dopo il 1870.
Tale situazione durò fino a quando non fu costruito l'odierno molo (1919-22). tale manufatto determinò subito l'interrimento di gran parte dello specchio d'acqua che avrebbe dovuto proteggere. Il fianco nord-ovest del molo rimase scoperto per la forte risacca provocata dai venti del IV quadrante, ma l'estremità di esso divenne perno di rotazione dei flutti provenienti da ovest e da nord, i quali nella loro conversione attaccarono coll'ala esterna il protendimento deltizio dei torrenti Bulmaria e Grazia nonchè l'estremità del dorso litoraneo cui sopra si è accennato, troncandola di netto, come risulta dagli scandagli del 1937-39.
Va tenuto conto tuttavia anche del fatto che l'avere eliminato per mezzo del molo gli effetti dei venti regnanti e in parte di quelli dominanti, ha lasciato libero il campo ai venti del I quadrante, che non sono affatto trascurabili, ed hanno potuto contribuire all'interrimento, risecando sempre più il delta Bulmaria-Grazia.
Da quanto ho esposto si può dedurre una prima conseguenza d'indole pratica: che mentre i seni a ovest e a est della rocca tropeana sono destinati ad interrirsi sempre più, quello a nord forse non si interrirà mai.
Bene aveva quindi fatto il Bausan ad indicare quest'ultimo come il più idoneo per lo stabilimento di un porto.
 

NOTE
1 Stando ad alcune cronache, sembrerebbe che nel 1500 tale scoglio fosse completamente circondato dal mare e che quest'ultimo anche da questa parte battesse contro la rupe quaternaria fino al promontorio dell'attuale Convento della Sanità. Nel 1600 ai Missaggi c'era un approdo.
2 Con molta probabilità lo scoglio dell'Isola è stato congiunto alla terraferma verso la fine del 1600.
3 Dico <<in parte almeno>> poichè dalle cronache risulta che le due spiagge a ovest e ad est di Tropea, a partire dalla fine del 1600, sono state soggette ad un continuo graduale interrimento, creando così le condizioni necessarie per l'aggressione degli scogli tropeani dai due lati.
4 Forse però il dosso corrisponde a un gradino di terrazzo sottomarino di origine tettonica, gradino che, dando luogo a una serie di frangenti foranei, ha prodotto il dosso, seconda la ben nota teoria del Cornaglia. Tale gradino, del resto potrebbe risultare da una opportuna interpretazione della carta idrografica della Marina italiana del 1874. Si tratterebbe quindi piuttosto di uno scanno.