MAESTRI DI CAPPELLA
E CAPPELLE MUSICALI
IN CALABRIA
 

di Amedeo Furfaro


Nel campo della musica liturgica la puntigliosa indagine di alcuni studiosi va aprendo ampie prospettive sulla vita musicale delle cappelle musicali in Calabria e sulle storie di musicisti calabresi in seno a queste e fuori della regione emigrati probabilmente a causa delle scarse opportunità offerte ai musicisti di fare musica in Calabria.
Uno di costoro, GIUSEPPE BARRONE, di Seminara, è maestro di canto a Cava dei Tirreni nel 15711.
In Sicilia, oltre ad ACHILLE FALCONE (Cosenza 1570/80 - 1600), maestro di cappella a Catagirone, è presente, nel secolo successivo, MICHELANGELO FALVETTI, di Melicuccà, promotore, nel 1679, dell'Unione dei Musici sotto titolo di Santa Cecilia e, dal 1682, maestro di cappella del senato messinese. Falvetti è autore delle musiche di libretti (Abel figura dell'agnello eucaristico, 1676), di dialoghi a 5 voci (Il trionfo dell'anima, 1685; Il diluvio universale, Il sole fermato da Giosuè), dei dialoghi La Giuditta (1680) e La spada di Gedeone (1688) e di 4 ariette. Maestri calabresi vantano un'esperienza in diverse cappelle musicali italiane. DOMENICO SCORPIONE (Rossano Cal. XVII.mo/XVIII.mo sec.) nella seconda metà del Seicento è maestro di cappella al Convento di San Francesco di Bologna; dal 1675 è alla Basilica romana dei 12 Apostoli, dal 1680 presso la Cattedrale di Messina quindi a Tropea.
Nella cittadina tirrenica egli ritrova un ambiente musicale molto evoluto. Sede dell'Accademia degli Affaticati, Tropea aveva vissuto, fra i secoli XVII.mo e XVIII.mo un periodo di intenso fervore scientifico, letterario,
artistico.
<<L'ambiente raffinato ed erudito della Tropea sei-settecentesca favorì il sorgere di un genere nuovo di produzione poetico-musicale: il dramma musicale. La bellezza dei versi degli accademici degli Affaticati veniva così a fondersi col testo musicale. Evento importante che segnò il passaggio dal recitativo secco a quello accompagnato fu la rappresentazione del dramma pastorale. Dalla morte alla vita, ossia Il trionfo. Il libretto, scritto da don Antonio Mottola Braccio e messo in musica da don Giacomo Mastrilli, fu stampato a Napoli presso la tipografia Cusa>>2.
Verso il 1650 era maestro di canto e direttore della cappella musicale don PARTEMIO SALVATORE; gli succedeva nell'incarico ANDREA MAMONE, aperto ed ospitale nei confronti dei musici forestieri, autore di dialoghi musicali come quello fra la Beata Vergine e l'Arcangelo Gabriele rappresentato in occasione della novena natalizia.
Scorpione succede ad ANTONIO ALOE, allievo del Mamone, restandovi, da maestro di canto, per lunghi anni fino alla sostituzione nell'ufficio da parte del reverendo GIACOMO MASTRILLI3.
Il teorico e compositore rossanese è autore delle Riflessioni Armoniche (Napoli, De Bonis, 1701), un'opera di particolare rilievo per le argomentazioni teorico-musicali ivi riportate.
Esse sono <<divise in due libri, nel primo de' quali si tratta dello stato de la Musica in tutte le età del mondo e di materie spettanti al musico speculativo, nel secondo si dà il modo per ben comporre: si registrano con nuovo ordine sotto i loro generi tutte varie specie de' contrappunti, delle fughe, delle imitazioni, delle conseguenze e de' canoni>>4.
Nelle Riflessioni e nelle Istruzioni corali (Benevento, 1702) Scorpione si dimostra attento osservatore della propria contemporaneità musicale pur senza prescindere dall'antica teoria greca e dal gregoriano. Da compositore ha, inoltre, scritto:
- Sacra Modulamina, binis ternisque, vocibus concinenda una cum Litanijs B.M.V., (Bologna, 1672);
- Completa da capella con le quattro antifone della Beata Vergine a 5 v. e continuo (Bologna, Monti, 1672);
- Mottetti a 2-4 v. con una Messa concertata a 5 v. (Roma);
- il melodramma Giulio Cesare in Egitto (1681, Messina);
- Armonia sacra a 2 e 3 voci (Napoli, 1691).
Un suo discepolo, il frate minore GIROLAMO RUFFA (Tropea XVII-XVIII sec.) è presente, nel 1700, presso la cappella musicale di Mileto; lo si rileva dal frontespizio dei Graduali per tutte le domeniche..., opera edita nel 1700 a Napoli da De Bonis, stampatore dell'altra opera di Ruffa, Salve a solo et a due con violini e senza e litanie a tre ben concertate op. 3, del 1701.
Di quell'anno è l'edizione dell'Introduttorio musicale. Nessuna copia è rimasta, purtroppo, delle Istruzioni corali. Ruffa si rifà a Palestrina ed alla tradizione polifonica ma non rifiuta le innovazioni introdotte dal Monteverdi5.
Altri nomi di musicisti ricorrono nelle cronache inerenti la cappella miletese; uno di costoro è quello di GIUSEPPE ANTONIO RECCA, (attivo anche a Polistina) presente sino a fine secolo. L'attività della cappella, normalmente diretta all'accompagnamento di canti nelle cerimonie religiose ed alla formazione di "pueri cantores", continua, presso la sede episcopale di Mileto, anche oltre il secolo decimottavo6.
In altri centri calabresi si registrano attività musicali liturgiche. E' da auspicare che una ricerca tuttora in corso riguardante gli organi nella regione7, dia indicazioni che consentano di ricostruire, attraverso la stessa presenza di tali strumenti negli ambienti chiesastici - ed unitamente alle tradizionali fonti della storiografia, a dire il vero tuttora insufficienti - momenti di vita musicale nelle città e nei centri minori a tutto il secolo XVIII.
Da 170 Avvisi o Gazzette, settimanale napoletano, è stato comunque enucleato un interessante quadro di manifestazioni e feste con musica nella Calabria settecentesca della prima metà del secolo8. Da queste si apprende, ad esempio, che a Catanzaro, nel 1716, per la nascita dell'Arciduca Leopoldo d'Austria, il vescovo mons. Spinelli aveva intonato personalmente il Te Deum; e che a Cosenza, già almeno dal 1708, la musica religiosa veniva eseguita con funzioni celebretivo/augurali di accompagnamento anche in cerimonie laiche9.
<<Va da sè che qui risulta inadeguata la distinzione moderna tra il religioso e il civile, tra il sacro e il profano. Già non è sempre facile distinguere a quest'epoca, fra occasioni civili e religiose; ma qualunque sia l'occasione, sempre le stesse articolazioni sociali sono in gioco, gli stessi comportamenti espressivi, finalmente le stesse - o quasi - manifestazioni sonore e le stesse categorie percettive. Come nelle società integrarli, in regime barocco la festa pubblica, vissuta dalla comunità come tale, è un evento assoluto, sempre sacro e profano insieme>>10.
Se Cosenza non ha ancora trovato eccessivo spazio nell'indagine storico-musicale11 Reggio Calabria, al contrario, può contare su significativi risultati riguardanti istituzioni musicali rilevanti per la storia locale come la cappella musicale della cattedrale dove fu cantore, dopo il 1770, lo storico GIUSEPPE MORISANI (Reggio Calabria 1720-1777), rigido assertore del canto gregoriano in De Primicereis et Cantoribus eorumque in Ecclesia scholis, opera che dalle origini del canto sacro giunge a trattare delle Scuole di Canto e dei privilegi del loro Primicerio nelle chiese d'Africa e di Roma12; come la schola cantorum funzionante in seno alla cappella musicale che fu frequentata, quest'ultima, da musicisti quali DIEGO COSENTINO, attivo nel periodo fra il 1664 e il 1666, FELICE CALAMONERI, attorno al 1700 e, più tardi, fra il 1737 e il 1740, VINCENZO GALLORO13.
La ricostruzione storiografica va riguardando, oltre alle attività musicali legate al culto, anche aspetti della vita musicale della comunità reggina sia pubblici - in relazione a manifestazioni promosse da autorità politiche e religiose - che privati, con riguardo alla musica per liuto ed a quella per strumenti a tastiera14.
 

NOTE
1 A. FRANGIPANE, La musica e i suoi precursori di Calabria, in "Brutium", VIII n.4, 30 aprile 1929;
  di Seminara è anche il musico e poeta FRANCESCO TORNESE, segretario della città di Messina (Aceti).
2 G. FERRARO, Vitalità letteraria e musicale a Tropea nei secoli XVII e XVIII, in "Calabria Letteraria", XXVIII,
  1980, n.4-6, p.70. In appendice all'articolo è riportato il lib. I, cap. XXVI del manoscritto inedito di
  FRANCESCO SERGIO, Cronologica collectanea de Civitate Tropea eiusque territorio, opera in cui vengono trattati
  molti musicisti.
3 G. FERRARO, op. cit.. Come Scorpione un altro calabrese a scrivere, nel XVII secolo, di trattatistica musicale è
  GIOVAN CAMILLO BILOTTA, di Catanzaro, autore di Dissertazioni intorno alla musica (1612) che <<espertissimo
  nella musica, per primo trovò il modo di suonare i timpani secondo un ritmo musicale>> (T. Aceti).
4 TOMMASO ACETI (Figline 1687 - Cedogna 1749), storico e vescovo di Cedogna dal 1744, nelle sue note all'opera
  del Barrio De Antiquitate et situ Calabriae (1737) si occupa anche di musicisti. Oltretutto l'Aceti stampa a Roma,
  dove opera sin dal 1714: Il Martirio di Venanzio (melodramma), Zampel, 1729 ed Il Taumaturgo San Francesco di
  Paola (melodramma) (1731).
5 L. CARLUCCI, Girolamo Ruffa da Tropea, un problema di attribuzione, in "Calabria Letteraria", XXVI, 1978,
  46-9, pp.37-39.
6 G. FERRARO, Contributo per una storia della musica a Mileto, Historica, XXXIV, 1981, n.3, pp.172-176.
7 Promossa dall'ISMEZ, Istituto per lo sviluppo Musicale del Mezzogiorno. A Tropea presso l'Archivio Vescovile, ha
  sede il "Centro Calabrese per la tutela e il restauro e la valorizzazione degli organi antichi" costituito su iniziativa
  della Cattedra di Storia della Musica dell'Università degli Studi di Messina.
8 A. MAGAUDDA, Feste e cerimonie con musica in Calabria nella prima metà del settecento, in AA. VV., Musica e
  cultura etc., pp. 165-206.
  Gli "avvisi" riportati riguardano manifestazioni con musica a Catanzaro, Cosenza, Reggio, Soriano, Rossano,
  Terranova, Tropea, Mont'Alto, Squillace, Stalattì, Nicastro, Crotone, Nicotera, Campana,
  Lagonegro, Mormanno, Monteleone, Polistena, Seminara, Arena, Corigliano, Cetraro, Guardavalle, Castrovillari,
  Paola, Belcastro, Calopezzati, Verzino, Oppido, Sagniano, Strongoli, Amantea, Longobucco, Cirò, Stilo, Amato,
  Martirano, S. Agata di Reggio, Bisignano, Scigliano, Rogliano, S. Domenico di Soriano, Gerace, Pizzo, Mesuraca,
  Ajeta, S. Caterina, S. Marco, Scilla, S. Vincenzo, Ajello, Terra del Lago, Morano, San Benedetto d'Ullano,
  Taverna, Bonifati, Coridà, S. Stedano del Bosco, Bova, Palmi, San Gineto, Donnici, S. Giorgio, Mileto, Melicuccà,
  Amendolara, Polìa.
9 A. MAGAUDDA, art. cit., p. 181-176.
10 G. STEFANI, Musica barocca. Poetica e idealogia, Bompiani, 1974, p. 9-10.
11 Riportiamo, sulla musica sacra a Cosenza, due indicazioni bibliografiche: L. CARLUCCI, Ricerca
    storica-estetica-palegrafica su 23 Libri Corali dei Conventi della Città di Cosenza, Trebisacce, Grafiche Don
    Bosco, 1978; G. L. ESPOSITO, San Domenico di Cosenza 1447-1863, Vita civile e religiosa nel Meridione,
    Centro Riviste Padri Domenicani, Memorie Domenicane n. 5, Pistoia, 1974 (la citazione va riferita alle notizie ivi
    riportate sul patrimonio di strumentazione musicale della Chiesa. A tale riguardo va, altresì, segnalato l'organo a
    4 portelle pieghevoli recanti decorazioni, costruito nel 1765, nella bottega organaria di MARIO GALLO da Lago e
    custodito presso la Chiesa di San Francesco d'Assisi di Cosenza).
12Sull'argomento vedi G. RUSSO, Giuseppe Morisani, storico reggino in G. Morisani 1720-1777. Vita e opere, Atti
   del convegno di studi per il bicentenario, Reggio Calabria, Associazione Amici del Museo Nazionale di Reggio
   Calabria, p.116.
13 T. CHIRICO, Istituzioni musicali a Reggio tra XVII e XIX secolo, Calabria Sconosciuta, VIII, 1985, n.31-32,
    pp.77-80 e G. PITARRESI, I maestri di cappella del comune di Reggio Calabria nell'ottocento, Note d'archivio,
    Calabria Sconosciuta, a. VIII, 1985, n.29. Sul Morisani cfr. T. CHIRICO, Notizie d'archivio per un contributo
    ad una storia delle attività musicali a Reggio Calabria, Historica, XXXVI, 1983, n.4. Nel recente Musica e feste
    nella Chiesa del Rosario a Reggio Calabria nel XVII sec., Historica, XXXIX, 1986, n.2, Chirico fornisce, fra
    l'altro, notizie sui due musici FRANCESCO CANNIZZARO e FRANCESCO SANVINCENZI.
14 G. PITARRESI, Testimonianze sulla musica a Reggio tra '600 e '700, Calabria Sconosciuta, IX, 1986, n.35,
    p.97-99.