Mineralogista e Naturalista
di Vito Capialbi
Nacque in Parghelia, amenissimo paese sulla costa occidentale della Calabria Ulteriore, a' 29 Luglio 1750. I di lui genitori Michele, ed Olimpia Costanzo premurosa cura si donarono a chiuderlo fin dalla infanzia nel Vescoval Seminario di Tropea, che, colla cooperazione di Giovan Andrea Serrao, su buon piede era stato riorganizzato poco prima dal dotto Monsignor Felice Paù, Vescovo di quella Diocesi, In tal efebeo Giuseppe vestì l'abito chiesastico, ed apprese le Lettere Umane la filosofia le matematiche, e la teologia. Convien dire che vantaggiosa riuscita egli ben dimostrava fin da' suoi verdi anni, e qualche lezione inteso avesse altresì dal rinomato Antonio Jerocades, giacchè questi inviando al genitore del Melograni alcune poetiche composizioni frà le altre cose gli scrisse: salutatemi.....e specialmente il Signor D. Giuseppe vostro primo figlio, e mio scolare, sacerdote, e filosofo, del di cui talento, e costume molto si spera. Asceso al sacerdozio Giuseppe passò sollecitamente nella Capitale del Regno dove, dopo aver percorso il dritto Civile, e Canonico, tutto si applicò alle scienze mediche, e Naturali. Parlante testimonianza de'suoi progressi in tali scienze è certamente la scelta che di lui fece il governo nel 1789 annoverandolo tra soggetti, che spedir volle in Germania, ed in Inghilterra per istruirsi di tutto ciò che alla geologia, alla metallurgia, ed alla scienza selvana ha rapporto. Brillò quindi il di lui nome fra quelli degl'illustri Andrea Savarese, Vincenzo Ramondini, Givanni Faichio, Carmine Antonio Lippi, e Matteo Tondi, attual degno Professore di Mineralogia, e Direttore del Museo Mineralogico nella Regia Università di Napoli. In que'viaggi il Melograni emulò i suoi ben degni Socii, e profondamente studiò la metallurgia, la mineralogia, le forestali scienze sotto la guida de' primarj Professori della Germania, e segnatamente nelle celebri Accademie montanistiche di Schemnitz, e di Freyberg, e si arricchì di vaste conoscenze fisiche, artistiche, ed economiche, quali poscia a comun vantaggio procurò di render palesi nelle di lui opere, e negl'incarichi in varie epoche dal governo addossatigli. Ritornato in Regno la Corte mandollo con alcuni dei suoi Colleghi per raddirizzare i lavori delle ferriere dei Stilo in Calabria; e nella fatal'epoca del 1799 unitamente agli stessi usò tutta l'attenzione perchè nella zecca non fosse alterata la nostra moneta. Quegli otto Soggetti, che nel 1789 erano stati destinati dal Governo per girare la Germania e l'Inghilterra ed ivi istruirsi nella Mineralogia come poco anzi abbiam detto, compilato aveano raccolte di Minerali, benchè informi, e che ciascheduno avea rimesso in Napoli, dove mancava un locale destinato all'utile deposito. Il provvido Governo nel 1800, dietro le proposizioni del Ch. D. Giuseppe Zurlo Direttore in quell'epoca delle Reali Finanze destinò il vasto Salone, un dì Biblioteca de'PP. Gesuiti, per ricevere la raccolta generale, ed ivi unirsi ancora una collezione di pietre delle Lave Vesuviane, e di tutt'i minerali del nostro Paese. Nel 1801, prescelto venne il Melograni per ordinarne la classificazione, che avea bisogno di un'occhio indagatore per la conoscenza de'Minerali e per la definizione di ciascun fossile per gli diversi e dubbj caratteri, che spesso posta seco. Si accinse al travaglio il Melograni, cui nel 1802 venne aggiunto il giovine allora d'ottim'aspettazione Ch. Signor Canonico D. Antonio Giordano, ora Bibliotecario emerito della Real Biblioteca Borbonica, ed entrambi indefessamente si addissero all'esatto ordinamento de'suddetti minerali. Si portò avanti in una buona parte l'imposto lavoro, quando nel 1805, giunsero da Trieste altre diciassette casse di Minerali, che ne arricchirono la collezione, e che richiamò l'attenzione dello Straniero o del Nazionale per ammirarne e la collezione e l'ordinamento. Venne poi lo Giordano nel 1803 addetto alla classificazione dell'immensa raccolta de'libri depositati nella Real Biblioteca Borbonica, e dove venne impiegato onde fu obbligato a rallentare le sue occupazioni nel Museo Mineralogico. In tale stagione il ramo Mineralogico unito a quello della Zecca, dipendeva dal Consiglio delle Finanze, cui degnamente presedeva il non mai abbastanza lodato Cavaliere D. Nicola Cotronchi, che nel dirigere il nascente Museo adoperò tutt'i i suoi lumi e tutto il suo zelo per la buona riuscita di siffatto stabilimento. Il Melograni fece parte altresì della Giunta nominata a' 28 Settembre 1803, la quale composta da' Signori Cav. Contronchi, General Parisi, Principe Dentice, Antonio Lanzetta, e lui, era stato incaricato di presentare un corpo d'istruzioni, che tender doveva a conservare i boschi allora esistenti, e rimettere gli abbattuti. Moltissime sue memosrie ad uso di quella commissione elaborate passarono ne' ministeri, e per le sovragiunte calamità andaron miseramente disperse. Con dispaccio de'2 gennaio 1805 al Melograni ed ai suoi Colleghi venne imposto di attivare i lavori delle ferriere di Mongiana, ed egli per varj oggetti forestali fu inviato a visitare l'Aspromonte, e le montagne vicine, onde regolarne il taglio de' boschi, ed esaminare la natura, e le qualità fisiche di quelle contrade. Nel 1809 il nostro Giuseppe donò alle stampe il manuale Geologico1, opera meritamente applaudita per le ottime cose, che contiene, esposte con metodo, e chiarezza. L'autore ingenuamente confessa questa sua produzione non essere in sostanza che le lezioni da lui medesimo intese a Freyberg dal professore Verner, pubblicate da Emmerling, ed essersi indotto a presentarle agl'Italiani a persuasione de' suoi rispettabili amici, e discepoli Ignazio Stile, Policarpo Ponticelli, e Romualdo de Tommaso. Nel discorso preliminare traccia una breve, ma dotta storia della scienza. Quindi somministra chiare nozioni de'caratteri generali delle montagne, e della loro composizione, struttura, ed origine; e distinguendole in primitive, stratose, o secondarie, volcaniche, e d'alluvione partitamente ne và di mano in mano tessendo la descrizione. Quantunque l'opera non fosse che un istituzione elementare di geologia, pure l'autore ha voluto indicare sotto le rispettive classi le rocce, ed i minerali del nostro Regno, onde agevolar così lo studio dell'orittologia nazionale, a cui principalmente tendono le sue mire. Il libro con graziosa lettera è diretto agli studiosi della mineralogia, ed in tutte le sue pagine traspare la ragionevol filopatria, della quale era animato lo scrittore. L'anno appresso vider la luce le sue Istituzioni fisiche, ed Economiche de'boschi2, dedicate all'enunciato Ch. signor Conte Giuseppe Zurlo, allora Ministro dell'Interno, ed or meritevolissimo Presidente della Reale Accademia delle scienze di Napoli. Esse son divise in tre sezioni. La prima comprende la parte fisica de'boschi, e tutto ciò che riguarda la coltivazione, la propagazione, ed il loro taglio; ed in questa principalmente l'autore descrive lo stato, e la natura de'boschi del regno, e gli alberi de'quali essi sono vestiti. La seconda presenta una serie di precetti economici, necessarj al governo amministrativo delle foreste. De'principj in essa consagrati s'è fatto per verità molto uso nelle leggi forestali sanzionate dal nostro governo negli anni 1811, 1819, e 1826. Nella terza si espongono i migliori processi come fare buon carbone, e gli oggetti tutti, che vi concorrono, indicando le qualità di ciascuna specie di carbone riferibile alla fusione de'metalli. Quest'ultima sezione vien giustamente riputata dall'autore tantoppiù necessaria, quantocchè il metodo imperfettissimo della manifattura del carbone fra noi assai contribuisce alla devastazione de'boschi. L'autore si protesta di aver abbandonate come lontane dal suo scopo l'esatta storia botanica delle piante forestali, e la descrizione precisa de'caratteri, pe'quali si distingue ciascuna specie di alberi, e di essersi ristretto solamente a dare quegl'insegnamenti che potevano far risorgere i boschi dallo stato abbietto, in cui erano caduti, e fargli servire alla prosperità dello Stato; ma non perciò egli tralascia dirne quanto è necessario conoscere pel suo proposito, e dalle dottrine nel libro annunziate grandissimo vantaggio avrebbesi potuto riavere se infilicemente nel regno tuttavia non si seguissero gli antichi dannosi sistemi a dispetto della ragione, e delle giuste rimostranze de'cittadini chiaroveggianti, e filopatridi. Non sedè ozioso il Melograni nel Reale Istituto d'Incoraggiamento, al quale da Socio Ordinario era stato ascritto fin dalla fondazione, avvenuta l'anno 1806. Vi lesse Egli più fiate delle dissertazioni, e tre furono inserite negli atti di quell'illustre Consesso3, al quale lo scrittore di queste memorie per graziosa nomina de'Ch. Socj colla caratteristica di Corrispondente ha l'onore di appartenere. La prima delle di lui dissertazioni si verte sull'origine, e la formazione de' Vulcani. Il carbon fossile, dice il Melograni, si distingue in vegetale, ed animale. Il vegetale, è composto dalle selve sepolte sotto terra, tramutate in carbone per mezzo dell'acido solforico. Questo per la sua scrottura, e massa non è sufficiente ad alimentare i volcani. Il bitume animale poi, il quale si prepara, e conserva nel seno del mare, e nelle grandi riunioni di acque donde in sorprendenti quantità vien distribuito sopra diversi punti della terra devesi riputare il primo, e forse il massimo alimentatore de' Volcani. Questa teoria è appoggiata su molteplici ragioni, ed esperienze; e l'autore col rispondere alle varie difficoltà che ad essa potrebonsi opporre, traccia una breve interessante istoria de'Vulcani, e delle loro produzioni. La seconda riguarda le grafite di Olivadi nella Calabria Ulteriore. Una topografica descrizione della miniera, e delle limitrofe montagne è seguita da minuta descrizione geologica della miniera istessa, e dietro la narrazione de'lavori interni della medesima si propongono le novelle opportune modificazioni, cui debbono andar soggetti. Vien messo a confronto il minerale di Olivadi coll'altro di Monterosso, e di Amato della stessa Provincia, e con quello di Bowocedale nel Cumberland; ed importanti riflessioni circa l'utilità, e gli usi del nostro minerale con saggio avvedimento si avanzano, le quali tendono a sempreppiù farci apprezzare le miniere del nostro Reame. Colla terza poi il Melograni prende di mira le saline di Calabria. Geologicamente sul principio descrive le montagne adjacenti alle saline, e specialmente a quella di Lungro, e da tal descrizione ne deduce due corollarj, cioè che la natura per gradi, e non bruscamente passa dalle montagne primarie alle secondarie, e così viceversa: e che il sale non si trova in grandi depositi nelle vicinanze del mare, ma bensì presso ai tronchi delle alte montagne. Quindi con chiarezza, e precisione tratta della salina di Lungro: nota gli errori trovati negli scavamenti: propone varj rimedii ad ovviare il danno che dagli stessi potrebbero soffrirne i minatori; e dopo aver abozzato lo stato attuale delle altre saline di Calabria, conchiude il lavoro con un cenno sull'origine, e formazione del sale montano. Nel 1811 il nostro Giuseppe fu nominato uno de' componenti la Commissione per attivare le miniere di Stilo, ed assegnare una competente dote boscosa alla fonderia di Mongiana, onde in quel grandioso stabilimento si potesse non interrottamente eseguire la fusione del ferro. Nell'istesso tempo gli venne imposta l'ispezione delle Saline della Calabria, ch'eseguì con tutt'attenzione, e nel 1814 di bel nuovo venne spedito per progettare i rimedj che l'infelice stato di quelle esigeva. Lode all'illuminato benefico Governo che ci regge, il quale sulle idee del Melograni e dietro suoi rapporti ha incaricato dell'aministrazione e direzione della salina di Lungro il valente Chimico ed istruito Naturalista Signor D. Gabriele Lamannis. Questo egregio, ed antico nostro amico ha messo in gran parte riparo agl'inconvenienti che vi erano, e la scavazione del sale co'nuovi ragionati metodi introdotti, felicemente si esegue. Nella qualità d'Ispettore Generale delle acque, e foreste4, il Melograni si vide obbligato nel 1820 a giustificare quell'amministrazione dalle tacce, che credè esserle state addossate in una nota apposta alla memoria sulle acque del Cavalier Monticelli. Le osservazioni che all'uopo produsse colle stampe son piene di raziocinio, e condite di moderazione, quale a persone di lettere, ed educate si addice. Il nostro autore pensò l'anno 1825 di riprodurre arricchite d'interessanti aggiunte le tre sopracennate memorie, facendole precedere dalla descrizione geologica, e statistica dell'Aspromonte, e delle sue adjacenze, prezioso lavoro de' Signori Andrea Savarese, e Vincenzo Ramondini, al quale aggiunse il Melograni degli opportuni schiarimenti, e qualche noterella dilucidante il testo, come nel discorso preliminare con tutta modestia confessa5. Dopo di tal epoca cominciò Egli a perdere la vista, e sensibilmente indebolirsi nelle forze, onde non fidandosi più tollerare serie applicazioni si voltò per passatempo alle muse. Varie poesie di sacro, o di morale argomento compose, ed un'anacreontica, un sonetto, e due distici latini recitò nell'adunanza del Reale Istituto d'Incoraggiamento a' 27 Settembre 1825 in occasione della morte del celebre commendatore Giuseppe Saverio Poli. Finalmente, giubilato nella sua carica, ritirossi nel Settembre 1827 alla patria, e passato in Zambrone ivi cessò di vivere in seno della propria famiglia, e compianto da tutta la popolazione a' 21 Dicembre anno medesimo; ed il suo frale trasportato in Parghelia fu tumulato nella chiesa di S. Maria di Portosalvo. Giuseppe Melograni fu di bello aspetto: alto di statura con faccia lunghetta, fronte ampia, e serena, occhi vivi, e ridente bocca. Era per natura, e per riflessione silenzioso anzicchè loquace; ma nelle occasioni di parlare il suo discorso era dolce, ed insinuante, e mai si dipartì dalle gentili brigate senza l'acquisto di un qualche novello ammiratore delle sue virtù. Costante nell'amicizia, parlava unquemai fino agli estremi suoi giorni con tenero trasposrto degli amici. Nelle discussioni non mai fu visto ondeggiare in equivoci sentimenti. Di rara modestia dotato francamente pronunciava il parer suo nudo di qualunque belletto; e pronunciandolo con maschio ragionamento il sosteneva; onde qualche fiata si credè durezza quello che in lui era prodotto d'ingenuità e di aggiustatezza di raziocinio. Noi che per più di quattro lustri coltivammo la sua tenera amicizia possiamo senz'ombra di prevenzione testificare quanto delle sue amabili, e rare virtù abbiamo quì ricordato, e ci è stato di non picciola consolazione l'esserci concesso di esternare questi nostri sentimenti di ben dovuta stima, e profondo rispetto verso dell'amico perduto. Dichiarato nemico della cabala, del ragiro, e dell'ippocrisia di qualunque natura si fosse, Egli gridava alto contro coloro, che sotto maschera di agnelli sono, qua'lupi rapaci, il flagello dell'uman genere. Ciò mon ostante, in tutte le politiche conversioni di cose fu rispettato il raro sapere, l'integerrima morale, e le gloriose fatiche del nostro filosofo, tollerate a pro della comune patria. Quindi potè conservare sempre onoratamente, e senza discendere a vile adulazione, il suo posto, e col ritratto de' suoi soldi menar pacifica vita, acquistarsi una bella biblioteca, ed una preziosa mineralogica collezione, ed educare, e produrre decentemente i nipoti suoi, i quali pieni di gratitudine confessano averlo trovato qual secondo di loro genitore.
NOTE
1 Manuale geologico, Napoli. Nella stamperia del corriere, 1809, in 8. 2 Istituzioni fisiche, ed economiche de' boschi, Napoli, 1810, presso Angelo Trani, in 8. 3 Atti del Real istituto d'Incoraggiamento di Napoli, 1.,2. e 3. 4 Il nostro Autore a' 15 Aprile 1812 fu nominato Ispettore Generale delle acque, o foreste, e poscia venne sempre nel medesimo grido confermato co'decreti de' 25 Febbraio 1820, e 18 Marzo 1826. L'opuscolo da lui pubblicato nel 1820 à per titolo: Osservazioni sulla nota del signor Monticelli apposta alla sua memoria sulle acque, Napoli, dalla tipografia di Luigi Nobile, 1820, in 8. Son dirette al signor Gio: Batista Gagliardi Ispettore Generale suo Collega. 5Descrizione Geologica, e statistica di Aspromonte, e sue adiacenze: coll'aggiunta di tre memorie concernenti l'origine de' Vulcani; la grafite di Olivadi, e le saline delle Calabrie, Napoli, anno sesto (1812) n. 7 pag. 73, fra le opere del signor Andrea Savarese evvi menzionata la Relazione di un Saggio docimastico di Savaresi, e Melograni, Napoli 1791. Non avendo potuto aver sott'occhio questa relazione nulla possiamo dirne di preciso.
LE OPERE DEL MELOGRANI E RELATIVE LOCALIZZAZIONI
Manuale geologico, Napoli, Stamperia del Corriere, 1809, VIII, 343 p. ; 20 cm. Localizzazioni: Biblioteca del Dipartimento per i servizi tecnici nazionali della Presidenza del Consiglio dei ministri - Roma; Biblioteca della Societa' napoletana di storia patria - Napoli.
Descrizione geologica e statistica di Aspromonte, e sue adiacenze, Napoli, Simoniana, 1823, X, 298 p. ; 21 cm. Localizzazioni: Biblioteca del Dipartimento per i servizi tecnici nazionali della Presidenzadel Consiglio dei ministri - Roma; Biblioteca della Societa' napoletana di storia patria - Napoli.
Osservazioni sulla nota del sig. Monticelli apposta alla sua memoria sulle acque ...,Napoli, tip. L. Nobile, 1821, 20p. ; 19cm. Localizzazioni: Biblioteca provinciale Scipione e Giulio Capone - Avellino.
Osservazioni sulla nota del sig. Monticelli, opposta alla sua memoria sulle acque dedicate al Parlamento Nazionale, [s.l. : s.n.], 1821, (Napoli : tip. L. Nobile), 20 p. ; 21 cm. Localizzazioni: Biblioteca provinciale Scipione e Giulio Capone - Avellino.
Descrizione geologica e statistica di Aspromonte e sue adiacenze. Coll'aggiunta di tre memorie concernenti l'origine dei volcani, la grafite di Olivadi, e le saline delle Calabrie. Prima edizione, Napoli, stamperia Simoniana, 1823, X, 298, [2] p. ; 80. Localizzazioni: Biblioteca-Archivio della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli - Milano; Biblioteca del Dipartimento di scienze della terra dell'Universita' degli studi di Roma La Sapienza - Roma; Biblioteca provinciale Scipione e Giulio Capone - Avellino.
Essai sur une nouvelle theorie des volcans / par Jh. Melograni ; traduit de l'Italien par C. Montagne, Naples, De l'Imprimerie d'Ange Trani, 1810, 29 p. ; 23 cm. Localizzazioni: Biblioteca della Societa' napoletana di storia patria - Napoli.
Manuale geologico, Napoli, stamperia del Corriere, 1809, VIII, 343 p. ; 8. Localizzazioni: Biblioteca del Dipartimento di scienze della terra dell'Universita' degli studi di Roma La Sapienza - Roma.
Istruzioni fisiche ed economiche dei boschi, Napoli, Angelo Trani, 1810, XVI, 207, [1] p., 3 c. di tav. calcogr. ripieg. ; 8o. Localizzazioni: Biblioteca provinciale Scipione e Giulio Capone - Avellino; Biblioteca nazionale Sagarriga Visconti-Volpi - Bari - BA - Provenienza: Dono Cotugno; Biblioteca della Societa' napoletana di storia patria - Napoli.