LA CHIESA DI
SANTA MARIA
DI MICHELIZIA
A TROPEA
di Francesco Pugliese
Chi non ha visto tante volte l'alta cupola che si staglia al di sopra degli arancieti che circondano Tropea dal lato del rione Carmine? E chi non si è chiesto: ma perchè una chiesa così sontuosa e monumentale è stata costruita in piena campagna? Perchè la zona è costellata da altre grandiose chiese, quali S. Francesco di Paola e il Carmine?
In una notte tempestosa di un 4 luglio di un imprecisato anno del Quattrocento, una nave mercantile, che veleggiava nel basso Tirreno non lontano da Tropea, fu colta da spaventosa tempesta.
Michele Milizia il mercante padrone del carico che il veliero trasportava trovandosi in estrema difficoltà, perchè le nuvolaglie della tempesta gli toglievano ogni luminosità nella sua rotta, e perchè l'infuriare della tempesta agitava il suo animo non trovando una via d'uscita al terribile uragano, pensò nel suo animo di far voto alla Madonna della Neve, della quale si era nel giorno festivo, e che avrebbe a quella Madonna innalzato un tempio monumentale qualora fosse riuscito ad imboccare la rada naturale che si estendeva nella marina di Tropea ed avere così salvezza.
Un contadino che si era svegliato dal suo sonno in una casetta sul ciglio di quella che ora è la zona del Carmine, aprì una finestra della sua modesta casetta dal lato del mare per spiare a che punto fosse la tempesta. La luce della sua lucerna fu vista dal timoroso navigatore che la prese come punto di riferimento e, da essa guidato potette entrare nella rada di Tropea ed avere salvezza.
Michele Milizia soddisfece al voto e presso il luogo ove era quella luce che per lui fu salvezza eresse in onore alla Madonna della Neve un tempio votivo e questo segno di monumento fu felicemente interpretato dall'architetto al quale egli si rivolse, un architetto che sapeva il fatto suo.
Sorse così più che un tempio un monumento sviluppato in altezza non adatto a raccogliere una moltitudine di fedeli per la preghiera o per il rito sacro. Forse il monumento non fu nemmeno completato per motivi che ci sfuggono. Il tempio monumento fu concepito in forme strettamente geometriche razionali, con volumi geometricamente concepiti, ed immesse l'una sull'altra, in ascensione di buono accordo e in forme strettamente umanistiche.
Con gli anni il tempio monumento fu abbandonato poichè nessuno ne aveva cura. Divenne stalla per gli animali degli ortolani dei dintorni.
Fu due secoli dopo, verso la metà del Seicento, che un tizio che abitava lì vicino ebbe dei sogni: la Madonna gli chiedeva di costruirle lì accanto una grande chiesa. Il sogno si ripetette per diverse successive notti. Egli ne parlò pubblicamente. La gente accorreva e si parlava pubblicamente di grazie miracolose. Vi andò anche il vescovo e per voto unanime si decise di costruire la chiesa voluta dalla Madonna della Neve. Fu costruita per cooperazione di tutti. Ciascuno offriva quello che poteva. La pietra fu raccolta nel vicino torrente e portata in spalla sul luogo della costruzione.
Ne venne fuori un'aula longitudinale affiancata all'antico monumento di Michele Milizia. Ma si rispettarono le esigenze estetiche del vecchio monumento e si realizzò un edificio unitario, raccordato da un grandioso arco di trionfo in pietra della vicina cava, che fa da cornice tra le due costruzioni affrontate.
Danneggiato dai terremoti e dall'usura degli anni il tempio iniziò il suo declino fino alla pericolosità dell'arco di trionfo, lesionato dalle scosse sismiche, e poi al crollo del tetto le cui travature ormai dopo oltre due secoli erano infracidite e disfatte. Lo stesso era per tutti gli infissi.
Un ventennio or sono, dietro pressanti insistenze per salvare un tempio d'arte e di fede di grande importanza, uno dei pochi che in una terra sismica come la Calabria recasse una testimonianza così importante dell'età umanistica, la Soprintendenza di Cosenza intervenne con finanziamenti dello Stato. Oggi a lavori ultimati la chiesa di Michelizia è ritornata ad essere un monumento architettonico che onora Tropea e la Calabria.
Poichè è accostato a due altre grandi chiese, quali S. Francesco di Paola e il Carmine, la Michelizia, in conformità alle recenti disposizioni della Santa Sede, sarà adibita oltre che ad attività culturali, anche ad ospitare manifestazioni di arte oppure ad incontri di preghiera. L'edificio ed il posto a ciò si prestano meravigliosamente.
E' necessario però arricchirla di opportune dotazioni, perchè nel periodo del crollo del tetto tutta la dotazione della chiesa fu asportata ed oggi in essa non vi è più nulla.
Recentemente vi fu tenuto un concerto, per iniziativa del consiglio d'istituto delle scuole elementari. Giorni fa ve ne è stato un altro, preparato dal comitato per l'annuale assegnazione del premio don Mottola.
Si è rivelata la difficoltà di accogliere un pieno in una chiesa che non ha un posto a sedere. Il comitato che la gestisce ha ordinato alle maestranze artigianili di Serrastretta 650 sedie dal prezzo di L. 20.000 ciascuna. Si attende che, per dotare questo edificio che potrà avere molta importanza per Tropea e dintorni i volenterosi vengano incontro offrendo la somma per acquistare una sedia. E a ciò si rivolge un appello alla cittadinanza. A questo appello aggiungiamo anche il nostro, sicuri che verrà recepito perchè trattasi di un contributo alla portata di tutti.