Giovanni e Giovan Francesco Donadio: Chiesa della Michelizia di Tropea (Sec. XVI)
Il Napoletano Palazzo
Corigliano e l'Opera dei Mormando in Calabria

di Domenico Rotundo


Ignoto Napoletano: Palazzo Corigliano sulla Piazza S. Domenico Maggiore
Nel 1983 scrivevamo: <<Mormanno è la patria dei celebri architetti del primo Rinascimento Giovanni Donadio, detto il Mormando, e Giovan Francesco Mormando, diffusori, nel Meridione, dell'arte brunelleschiana (ci sorge, però, il sospetto, data la forte componente "bizantina" nell'arte del Brunelleschi, che il grande architetto fiorentino avesse, in parte, subito l'influsso dei due maestri calabresi, padre e figlio (o genero), i quali soggiornarono anche a Firenze). A proposito dei Mormando, non è inutile spendere qualche parola. Non riusciamo, infatti, a renderci conto perchè, di fronte ad alcune bellissime architetture calabresi di chiara impronta brunelleschiana, come la chiesa di San Michele a Vibo Valentia (non priva di richiami alla tradizione bizantina, come dimostra la cupola ottagonale, ed erroneamente attribuita al Peruzzi), il Palazzo Martirano di Aieta (forse il più bel palazzo rinascimentale da Roma in giù) e il santuario di S. Maria della Catena a Cassano1, gli studiosi non abbiano mai formulato l'unica ipotesi legittima e non siano risaliti a questi due grandi maestri, che dettarono legge a Napoli e in Spagna, tanto più che, come ha scoperto il Caldora, la presenza del Donadio è documentata a
Catanzaro2.                                                                                   Aieta - Palazzo Martirano
Di Giovan Francesco Mormando è il napoletano Palazzo Saluzzo di Corigliano, a proposito del quale così si esprimevano, in epoca borbonica, L. Catalani e F. S. Cangiano3: <<Quest'edifizio che fa di sè bella ed imponente mostra nella piazza di S. Domenico Maggiore, fu eretto intorno al 1500 dal signore di Sangro dei Duchi di Vietri con disegno e direzione di Giovan Francesco Mormando (De Dominici, tomo II, nella vita di questo architetto), eccellente architetto fiorentino, musico eccellente ed allievo di L. B. Alberti, la valenzia del quale, prescindendo dalle altre sue opere, ci viene contestata dal bel dorico, che vedesi adoperato nel pianterreno di questo palazzo, il quale, nei suoi particolari, è assai superiore al famoso dorico del Barozzio generalmente approvato. L'aggiustamento del pianterreno di questo palazzo con doppio imbasamento è quanto ci rimane della sua prima struttura: mentre per il terremoto del 1688, avendo patito la parte superiore dell'edificio, fu dagli architetti di quell'epoca, i quali fecero più danno che lo stesso terremoto, rifatto nuovamente. Il Celano, autore contemporaneo, ci dice che un famoso cornicione di piperno coronava questo edificio, e che in quella circostanza essendone crollata una parte, fu ordinato si togliesse tutto; ecco la ragione per cui l'architettura dei piani superiori, che è stata modernata, non corrisponde alle bellezze del mentovato basamento di antica costruzione>>.
Tropea - Palazzo Zinnato: Portale quattrocentesco
         di chiara riminiscenza fiorentina
Così il ricostruttore settecentesco, pur ispirandosi, in un certo senso, alla precedente fabbrica, adattò Palazzo Corigliano all'arte del suo tempo, quale, oggi, lo vediamo. Fortunatamente, in un dipinto di autore ignoto dell'inizio del XVII secolo (Firenze, Palazzo Pitti, ora in deposito al Museo di Capodimonte), raffigurante la <<Piazza di S. Domenico Maggiore>>, abbiamo individuato Palazzo Corigliano, rappresentato, esattamente, come lo aveva descritto il Celano e concepito il Mormando, con i balconi del piano superiore (molto rari nell'architettura civile rinascimentale dell'Italia centro-settentrionale, che il Mormando inserì spesso, considerato il clima mediterraneo, nelle sue architetture civili meridionali, e che, non a caso, sono così frequenti nel Sud, come, per esempio, nei palazzi neorinascimentali di Reggio), il bellissimo balcone ad angolo al primo piano, il coronamento dell'edificio con merli <<a campana>>, arabeggiamenti, il portale che ricorda molto quello rinascimentale, bugnato, di Palazzo Zinnato a Tropea (brunelleschiano).                                Vibo Valentia - Interno della Cupola
                                                                                                                                                della Chiesa di S. Michele
Giustamente Maria Pia Di Dario Guida ha assegnato al Mormando l'imponente Palazzo Cavalcanti (famiglia di origine fiorentina) di Cosenza, con la sua <<prua>> angolare in pietra, i suoi balconi, la bellissima e originale loggia, all'ultimo piano, sostenuta da marmoree colonne doriche. Non a caso - aggiungiamo - nella dorica <<prua>> di Palazzo Cavalcanti si notano le stesse lesene incavate che ornavano Palazzo Corigliano.
Non solo. Lo stesso coronamento dell'edificio con merli <<a campana>> di Palazzo Corigliano lo si può vedere nello stupendo Palazzo Martirano di Aieta (prima metà del 1500)4, ora inglobato nel piano rialzato, che si ritiene edificato in un momento successivo5.
Si può, dunque, affermare che la Calabria si aprì all'architettura rinascimentale fiorentina grazie ai Mormando, i maggiori architetti dell'Italia del Sud del loro tempo assieme a Marco Ruffo, attivo, al Cremlino di Mosca, con il Fioravanti6.
Giovanni e Giavan Francesco Donadio:
Cupola della  Cattedrale di Tropea (Sec. XVI)
NOTE
1 Il Santuario di S. Maria della Catena è adornato per tre lati da un portico quattro-cinquecentesco. La cupola è stata ricostruita nel 1620.
2 D. Rotundo: <<Templari, misteri e cattedrali>>, ed. Templari, Roma 1983, p. 158, nota 3. Giovanni Donadio (1450 ca. -1526), architetto ed organaio, fu, tra l'altro, autore, a Napoli, della ciesetta di S. Maria della Stella (ora, purtroppo, ridotta a deposito) e dei palazzi Acquaviva e Capua. Il figlio Giovan Francesco, architetto e musico di valore, edificò a Napoli, sulle orme del padre, le chiese di S. Maria Regina Coeli, di S. Maria delle Grazie a Copanapoli, dei SS. Severino e Sossio e importanti palazzi (Palazzo Sanseverino, Palazzo Regina, eccc.).
Lavorò, poi, in Spagna, chiamatovi da Ferdinando il Cattolico, divenendo primo architetto e musico di corte. A Giovanni Donadio e al figlio va assegnata, inoltre, la primitiva chiesa della Michelizia di Tropea (XVI sec.), chiaramente influenzata dall'architettura bizantino-araba e dall'architettura quattro-cinquecentesca (specialmente brunelleschiana) fiorentina (è costituita da una calotta e da un cilindro cui fa da base un cubo), nonchè la cupola della Cattedrale Tropeana e il portale laterale di destra della stessa.
3 In <<Palazzi, chiese e castelli di Napoli>>, ristampa a cura delle Edizioni Lito-Rama, Napoli 1995. pp. 45-46.
4 Anch'esso dotato, nel piano inferiore, di finestre quadrate con mostre in conci di pietra, nonchè di balconi e di una splendida loggia a cinque arcate sui cui pilastri sono addossate colonne doriche.
5 Cfr. anche A. Lico in <<Un presidio di civiltà. Dimore storiche vincolate in Calabria>>, ed. Rubbettino, Soveria Mannelli, 1998, p.51.
6 Su Marco Ruffo, v. D. Rotundo, <<L'architetto Marco Ruffo a Mosca>>, in <<Calabria Sconosciuta>>, n. 69.