di Vito Capialbi (1817)
<< La famiglia Comerci è una delle più distinte della Calabria Ulteriore, e che fin dal secolo XV si trova essere in possesso dei feudi, ed ascritta da remota stagione al sedile della Città di Tropea. Infatti il re Ferdinando I nel 1487, e il re Alfonso II nel 1494 confermarono a Nicola ed a Giacomo Comerci, Viri nobiles, et fideles nostri, il dritto di esigere una gabella nella fiera di Francica, dritto, che fin dal 1473, era stato concesso loro da Carlo Sanseverino de' Principi di Bisignano, Conte di Mileto. Ad essa appartennero già Camillo e Giulio Cesare Comerci, il primo de'quali sparse il sangue a prò di nostra Santa Religione, e gloriosamente morì nella spedizione contro i turchi, nell'atto che volontariamente militava sotto le insegne di D. Giovanni d'Austria; ed il secondo fu famoso medico, astrologo e matematico nel secolo XVI, scienze professate allora da distinti e nobili personaggi. Questi avendo guarito Filippo II, monarca delle Spagne, dal morbo pedicolare, divenne a quel re accettissimo, e larghe onorificentissime ricompense ottenne, dovute per altro alla sua dottrina ed ai suoi talenti; non però, come con isbaglio vuole il Toppi, il menzionato dritto di gabella, che da molto tempo prima si godea dalla sua famiglia. Similmente si ricordano con lode dell'istesso casato: Ruggiero e Scipione, ambi valenti dottori di legge. Da tale illustre prosapia nacque il nostro Paolano nella terra di Francica il dì 17 ottobre del 1724, ed ebbe a genitori Domenico e Rosaria Ottone nobile matrona Monteleonese. Giovinetto compita la Grammatica, la Retorica e la Filosofia in Mileto, ed istrutto nella scienza legale da Francesco Raso di Monteleone, non volgare giurisconsulto di quell'età, passò in Napoli, ove con sette anni di continua applicazione apprese la lingua greca dal rinomato Jacopo Martorelli, il Diritto Canonico dal celebre Domenico Cavallari da Garopoli: si perfezionò nella Filosofia colla scorta del Genovesi, di cui strettissimo amico divenne, e poscia prese la laurea dell'uno e dell'altro Dritto nel Collegio Napoletano. Concessa la mitra Militese a Monsignor Giuseppe Caraffa, conosciuto per le sue erudite opere, e specialmente per quella de Capella Regis utriusque Siciliae, et aliorum Principum, questi siccome uomo di dottrina egli era ed amante dei letterati, chiamò il Comerci alla Cattedra di Retorica nel suo Seminario. Non si dimostrò restio il nostro Paolano agl'inviti di quel distintissimo Prelato, e conferitosi in Mileto per nove anni continui disimpegnò quella lettura con universale applauso; ed in tal modo si condusse che dal Vescovo fu prescelto Canonico della Cattedrale ed Esaminatore Sinodale; nel 1779 il medesimo Prelato, volendo dimostrargli il suo affetto lo nominò Provicario generale della Diocesi Militense. Nel 1795 fu il Comerci eletto Decano, e nel 1802 Arcidiacono della medesima Chiesa, in qual grado, pieno di onori e di anni terminò i suoi giorni a 27 febbraio del 1803. Il suo corpo si giace in Tropea nella chiesa di S, Francesco di Paola, riedificata quasi dalle fondamenta a proprie spese del nostro Comerci. La pietà de' Nipoti suoi avea preparato due iscrizioni per tramandarne memoria ai posteri, le quali per varie circostanze non si sono allogate, ma ci piace riferire perchè scritte dall'elegantissima penna del Signor D. Antonio IEROCADES.
Sulla porta del Tempio Templum. Sancti. Francisci. de. Paula Terraemotu. funditus. pene. collapsum Paolanus. Comercius a fundamentis. iustaurandum. instruendunque curavit
Sul Sepulcro Paulano. Mariae. Comercio Militensis. Ecclesiae. Archidiacono Magni. animi. magnique ingenii. viro Dei. hominumque. amico. praestantissimo heic. in. templo. ab. ipsomet. funditus. reparato Nepotes. moerentissimi Monumentum. PP.
Era il Comerci un Legista profondo, buon Teologo, e letterato di vasta erudizione. Non ostante le molteplici cure del suo stato coltivò sempremai le amene lettere, e componendo talora in prosa e talora in rima si sollevava così dalle serie occupazioni a cui teneanlo giornalmente le incombense, che i rispettivi Vescovi pro tempore gli addossavano, e le richieste che dall'intiera Diocesi venivangli fatte sopra affari di grandissima importanza. Anzi più fiate convennegli distendere il suo parere in iscritto, che dalle parti venne messo a stampa, non avendosi mai potuto ridurre per l'ingenita sua modestia a pubblicare le sue produzioni. Perciò dal canto suo non videro la luce, che alcune allegazioni giuridiche, scritte con fino criterio legale e con doviziosa erudizione. Tali sono quelle: 1.° Per D. Francesco Ant. Comerci contro D.a Giulia Comerci, da riferirsi in Sacro Regio Consiglio 1768. 2.° Per D.a Diana Morrone di Palmi, contro D.a Petronilla Marrone. 3.° Per D. Diamante Comerci contro D.a Giulia e D.a Lilla Comerci. 4.° A pro del Reverendo D. Vincenzo Milanese Parroco della Chiesa di S.a Maria del Soccorso di Palmi, ed altre. Molti manoscritti del Comerci si conservano dagli eredi e di lui nipoti Sigg. D. Gaetano Maria, e D. Filippo Lombardi Comite della città di Mileto; e fra gli altri uno di tutto punto terminato, che porta il titolo: Memoranda ex historia Regni Neapolitani, il quale meriterebbe al certo veder la pubblica luce, tanto per lo giudizio come è travagliato, che per la purità della lingua con cui è disteso. La R. Arcadia Sebezia ascrisse fra i suoi consoci il nostro Comerci col nome di Pollione, e l'Accademia degli Affatigati di Tropea l'annoverò con quello di Violentato-Coactus.