Pino Grillo, addio a un amico di sempre
di Gennaro Malgieri
Pino Grillo non c'è più. S'è ne andato con lui un pezzo di noi, della nostra ormai lontana giovinezza, quando riuscivamo ancora a sognare, o meglio, a vivere un sogno. Pino ha avuto la forza, il coraggio, la tenacia di restare giovane, nonostante tutto, fedele ad un ideale di esistenza che coltivava frequentando incessantemente gli amici di sempre, quelli che con lui avevano animato una straordinaria stagione di speranze civili, culturali e politiche. Quarantanove anni sono pochi, pochissimi per morire. E noi, ancora una volta, in questa crudelissima estate, stiamo qui ad imprecare contro non sappiamo chi o che cosa perchè un vento malvagio s'è portato via, in pochi mesi, un altro militante della buona battaglia (dicevamo così, e così mi ostinerò a dire ancora...); una battaglia di idee condotta con i libri della sua <<Settecolori>> (dal romanzo scintillante di Robert Brasillach) che faticosamente andava pubblicando da vent'anni, incurante del loro successo commerciale, ma attento e preoccupato che finissero nelle mani giuste, che aiutassero il lettore a <<respirare>> quell'aria rara, incontaminata che ha nutrito tanti di noi. Pochi ma eccellenti, comunque, i quarantanove anni di Pino Grillo. Degni in tutto di un avventuriero dello spirito di null'altro pensieroso se non di <<diventare ciò che era>>, secondo l'insegnamento dell'amato Nietzsche. E Pino è stato fedele a se stesso: questo il bilancio più positivo ed incontestabile del suo breve percorso. Dovrei dire dell'editore, dell'animatore, di tante iniziative culturali, dell'infaticabile inventore di occasioni di dibattiti, ma non me la sento adesso, dopo pochi minuti che la sua flebilissima voce s'è spenta. Ricorderò soltanto, perchè so che ci teneva, che aveva appena fatto in tempo a pubblicare <<Imperi>> di Alberto Pasolini Zanelli, dopo aver stampato <<L'amicizia>> di Abel Bonnard; a Ferragosto, al telefono, mi disse che altro ancora aveva in animo di mettere in cantiere entro l'anno, ma me lo avrebbe fatto sapere con un fax perchè non riusciva più a parlare. Non lo saprò più. E non saprò più a chi telefonare alle tre del mattino quando la fatica di vivere diventa insopportabile e soltanto la voce cara di un amico vero è capace di scaldarti il cuore, come la voce di Pino. Addio, infaticabile raccoglitore di sorrisi e di confidenze; addio, generoso inquilino di una casa perduta nei sogni di una giovinezza che non hai mai tradito; addio. Ci rivedremo, fra poco o fra molto non so, laddove l'incanto della vita è eterno. Intanto, cercheremo tutti noi che ti abbiamo voluto bene di continuare a far vivere la tua <<Settecolori>> perchè il vento dell'oblio neppur sfiori la tua memoria. Ti sia lieve la terra, Pino, dolcissimo amico mio.