I FRATELLI TOMMASO E SAVERIO POLITO
di Vito Capialbi (1838)
TOMMASO POLITO Vide la luce in Tropea ai 10 ottobre 1730. I suoi genitori Gaetano e Angela Cortese, ambidue discendenti da onestissime famiglie si presero tutta la cura pell'educazione morale e scientifica dei figliuoli, e quindi poterono dare alla Chiesa due rispettabilissimi Sacerdoti, e alla civil Società un onorato Notaio. Tommaso dimostrò da fanciullo, vivo e perspicace ingegno, e desiderio di sapere: andò alle scuole dei PP. Gesuiti di quella Città, e sotto la direzione del Sacerdote Francesco Ungari apprese le umane lettere, la rettorica e la poesia. Studiò da sè la filosofia scolastica che in quella stagione era in voga nelle nostre Province, e riparò come meglio potè alla mancanza dei valorosi maestri in quest'ultimo ramo svolgendo libri di moderni scrittori avendo di buon ora appreso la lingua francese, e colle diligenti sue investigazioni pervenne ad arricchirsi delle neoteriche filosofiche teorie, come cel dimostrano una Logichetta e un Ristretto di Filosofia, che lasciò manoscritti. Intese poi il corso Teologico da un padre Domenicano. Ordinatosi sacerdote fu ammesso fra i Mansionari, e dal numero di costoro Papa Clemente XIV nel 1774 lo prescelse Decano, e prima Dignità del Capitolo Tropeano, laonde nell'anno appresso si laureò in Teologia nell'Università di Napoli. Accaduta la morte di Monsignor Felice Paù Vescovo di Tropea nel 1782 il Decano Polito fu a pieni voti nominato Vicario Capitolare; ma non potè lungamente godere di tal novella dignità, avendogli la parca, sempre nemica ai buoni, troncato lo stame dei giorni a 29 dicembre 1783. Fu Tommaso Polito fin dalla gioventù molto dilettante di poesia, e di eloquenza, onde vediamo che anche da chierico donato avesse alla luce alcuni suoi Oratorii Sacri applauditi; e accolto fra gli Accademici Affaticati della patria sua col nome di Tremoroso, scrisse e recitò nelle tornate Accademiche varie prose, e rime con piena soddisfazione dei Socii. Di lui ci restano stampate: 1.° La Cleopatra, dramma tragico per musica. Napoli per Serafino Porsile, senza data. - 2.° L'Ezecchia, Oratoria Sacra, Nap: 1748. - 3.° Il Samuele, Idem Nap: 1749. - 4.° Il Gedeone, Idem. Messina: 1750. - 5.° Il Parto della Vergine profetato da Isaia, Idem. Nap: 1751. - 6.° La generosità di Abramo, Idem. Messina 1753. - 7.° Un Sonetto sull'Immacolata Concezione di Maria Vergine, pubblicato in Roma nel 1779 in occasione della celebrazione della festa di Nostra Donna, e dedicato al Principe D. Alessandro Boncompagni Ottoboni Duca di Fiano. E manoscritte: 1.° La Vita di Santa Domenica Vergine e Martire concittadina di Tropea. - 2.° Dissertazioni e Orazioni recitate nell'Accademia degli Affaticati- - 3° Orazioni Panegiriche in lode di più Santi. - 4.° Un volume di rime varie contenenti Sonetti, Canzoni, Madrigali, e tre poemetti, cioè il primo sul Parto della Vergine; il secondo sulla Luce; e il terzo sul Latte. - 5.° Imperfette lasciò: 1.° Storia Ecclesiastica; 2.° Storia della Città di Tropea; 3.° Un Quaresimale. Il rinomato Abb: Jerocades notò in piede del poemetto sul Parto della Vergine. <<Questo poemetto grande e magnifico, può dirsi greco di disegno, e di lavoro: è grande nell'argomento, tenero nello stile; difficilmente si potrebbe scrivere più chiaro, e più breve, a dir tante cose,>>
SAVERIO POLITO Ebbe comuni con Tommaso i genitori, i maestri, le applicazioni, e nacque in Tropea ai 15 maggio 1735. Egli si addisse con più solerzia allo studio delle Leggi divine ed umane sotto la guida dell'Arciprete Francesco Cortese buon dottore in ambidue i dritti. Ordinatosi Sacerdote andossene in Napoli, e poscia in Roma ove dimorò molti anni applicato continuatamente in quelle vaste biblioteche, e pascendosi dalla colta società di quei sommi letterati dei quali la Metropoli del mondo mai non manca. Si approfondì quindi nelle lettere greche, latine e italiane, e fè suo pascolo specialmente della Storia Ecclesiastica. Ivi verso il 1770 venne ascritto all'Arcadia col nome di Ternundo; e avendo servito per più tempo da Consultore Monsignor Macedonio, che occupava la carica di Segretario dei Memoriali di Papa Clemente XIV, ottenne da questo Pontefice non dispregevole annua pensione. Assicurata così ferma stanza in Roma si voltò con maggior ardire all'esame dei manoscritti greci della Vaticana, della Corsiniana, e dell'Angelica, dei quali ritrasse varii inediti articoli, che voltati in latino, e corredati di note formarono tre ben grossi volumi. Morto nel 1783 il di lui fratello Tommaso, egli venne nominato dal Pontefice Decano del Capitolo Tropeano; onde rientrato in Regno si laureò in Napoli dottore dell'una e dell'altra Legge nel 1785, e rivenne ai patri lari per godere la dignità concessa al suo merito, e alle sue luminose fatiche. Essendosi nel 1793 riorganizzata l'Arcadia Reale Sebezia in Napoli il nostro Saverio fu aggregato alla medesima col nome di Temide Androginio, e scelto vice custode della stessa in Tropea, e nei luoghi vicini. - Saverio passò al numero dei più nella città sua patria agli 11 novembre 1805. Le opere che da lui ci restano, sono stampate: 1.° Analisi critica dell'Opera di Monsignor Borgia sul dominio temporale della Sede Apostolica per le due Sicilie, Napoli 1789. - 2.° Lettera scritta ad un amico in provincia colle riflessioni sulla protesta fiscale fatta in Roma in questo anno 1789 sull'affare della Chinea; in ottavo senza data e luogo. - 3.° Le empie stranezze del Decadario francese dimostrate in tre ammonizioni, Napoli 1799 in ottavo. Son dedicate al Cardinale Fabrizio Ruffo Vicario generale del Regno, colla data di Tropea il 15 luglio 1799. Manoscritte: 1.° Tre volumi titolati: Anaedota Graeca latine reddita, dei quali il primo contiene: 1.* constantini Diaconi, atque Chartophilacis Ss. Ecclesiae Constantinopolis Encomium in omnes Sanctos celebresque Martyres, qui in terrarum orbe propter Christum Dominum nostrum certamen habuerunt. - Quest'omelia vien lodata nell'azione quinta del Settimo Sinodo generale, e si trova manoscritta in parecchie biblioteche. E' lodata da Leone Allacci de Synodo Trotiano, e degna di essere conosciuta - 2.° Leontii Presbyteri Constantinopolitani Sermo in Pentecostem. - Lione Allacci nota nella sua dissertazione de Simeonibus che questa Orazione si ascrive erratamente nel Codice Vaticano a Leonzio Prete Contantinopolitano, mentre con più probabilità appartiene a Leonzio Arcivescovo di Napoli. In un Codice di Mosca, e dal Conbefisio che la pubblicò nel tomo primo dell'Actuario novo, p. 719 si attribuisce al Costantinopolitano. - 3.° Vita Sanctorum nostrorum Patrum Christophori et Macari in compendium scripta ab Oreste Patriarcha Hierosolymitano. -4.° Martyrium S. Martyris Christi Januarii. - Di questa Leggenda del Martirio di S. Gennaro riferita al Baronio, e dei Bollandisti; ha voluto il nostro autore intraprenderne una novella versione non soddisfacendogli quelle che si erano fino allora pubblicate. - 2.° Il secondo volume racchiude - Apophthegmata id est actiones Sanctorum Senum. Son molto differenti degli Apoftegmi pubblicati dal Contolerio. - 3.° Il terzo volume contiene: I. Cronographia ut Septuaginta tradiderunt interpetres, et caeteri scriptores ab Adam usque ad praesentem Indictionem anni 6425 (corrispondente all'anno dell'Era volgare 917). -II. Sinodus Ss. Patrum in Nicea cujus Exarchi fuerunt hi. -III. D. Joannis Chrisostomi in Pentecostem. -IV. Vita Anachoretae Pauli Thebei. - V. S. Gregorii Nyssenio de Trinitate. - Questo terzo volume sebbene greco-latino pure non ha ricevuto l'ultima rivisione dell'autore. -4.° Altro volume in cui si leggono: I. S. Cyrilli Homelia in Pascha - II. S. Procli Homelia in Assumptione Domini. -III. S. basilii Holelia in Pentecostem -IV. Vita S. sabae Siculi anno 990 mortui. E' anche incompleto. -Tutti questi opuscoli il nostro Polito li trasse dai manoscritti più rari delle Biblioteche Romane, e con indefessa fatica li voltò in latino, e li corredò di dotte annotazioni.-5.° Un volume ben grosso di poesie, e comprende: I. Il Cristianesimo Vincitore. Poema in ottava rima. -II. Dell'essenza di Dio, e suoi attributi. Poema. -III. Dialoghi XX delle virtù e dei vizii. -V. Molti sonetti, Madrigali, Canzone, Ditirambi, ed altre rime. Dietro alli dialoghi delle virtù e dei vizii vi notò il Jerocades: <<l'ultima cosa che ho letto, e gustato più del latte e del miele è la morale umana esposta leggiadramente e nobilmente in XX Dialoghi. Nè Teofrasto, nè la Bruyere, nè il Zannotti hanno con tanta chiarezza, e brevità dipinto i caratteri constituitivi dei vizi, e delle virtù...La lingua è purissima, e sempre Toscana...lo stile acuto, casto...>> Tutte le composizioni manoscritte tanto del Decano Tommaso, quanto del Decano Saverio Polito attuale, degno Canonico Penitenziere del Capitolo Tropeano. - Non sarà discaro ai nostri lettori conoscere come dei due fratelli Polito il P. Maestro Maria Crescenti, anche egli di Tropea e maestro dei Minori Conventuali cantò nei suoi fastorum Civitatis Tropaeae libri IV, che fra i manoscritti della domestica biblioteca gelosamente conserva.
<<Non omittendus probitate ac arte decorus Thomas de Polito, quique Decanus erat. Dogmatis, historiae, versus, prosaeque peritus Antiquitatis erat conscius, atque memor. Praesule defuncto, coetus sacer aestimat ipsum, Non alium interea, posse subire vices. Hoc onus ipse tulit nota integritate per annum Cum plenus meritis ivit ad astra Poli. Cui suffectus adest nunc frater ab Urbe coactus Huc remeare, tenens cum probitate gradum. Hic Graecis studiis plene, studiisque Latinis versatus Patrum, doctior ecce sedet.>>