L'incontro, nel corso del Convegno, tra i Professori Annunziato Pugliese e Luigi Maria Lombardi Satriani
1° FESTIVAL INTERNAZIONALE La musica a Tropea tra Rinascimento e Barocco 18 - 21 luglio 2007 Il CD 'Madrigalisti Calabresi'
Il CD 'Madrigalisti Calabresi' realizzato dall'Istituto di Bibliografia Musicale Calabrese
Il costo del CD, comprensivo di booklet monografico di 40 pagine, è di 10,00 Euro
Info: ibimuscalabrese@libero.it
Note Introduttive
di Annunziato Pugliese
Le attività dell'Istituto di Bibliografia Musicale Calabrese mirano essenzialmente al recupero e alla valorizzazione di un patrimonio poco noto, tramite mostre, seminari, convegni di studi, concerti e varie attività di ricerca musicologica. Le nostre iniziative hanno già consentito di evidenziare fonti musicali di grande interesse e notevole valore, che vanno dal canto gregoriano alla polifonia rinascimentale e barocca fino alla musica strumentale e operistica del Sette-Ottocento. Inoltre i convegni finora organizzati dall'Ibimus hanno permesso di aprire nuove vie nello studio della musica profana del Cinque-Seicento o su musicisti e studiosi come, per esempio, Alessandro Longo, Giorgio Miceli e Fausto Torrefranca, figure di grande spicco nella vita artistica tra Otto e Novecento. L'idea di una collana discografica rivolta alla divulgazione di musiche inedite presso un pubblico più vasto, già avviata l'anno scorso con un CD con musiche da camera di Giorgio Miceli, prosegue quest'anno, grazie al sostegno dell'IMAIE, con altri due CD uno con musiche di madrigalisti calabresi e uno con musiche da camera di Alessandro Longo. Questo CD che contiene brani inediti di alcuni madrigalisti calabresi, porta a conoscenza di un pubblico più vasto un patrimonio culturale dimenticato e mostra come la Calabria abbia dato il suo contributo allo sviluppo della musica polifonica. Dallo spoglio sistematico, condotto in particolare da Maria Paola Borsetta, degli atti notarili, dei registri di battesimo e di altri documenti che si conservano nell'Archivio di Stato di Cosenza, nella sezione di Castrovillari, nell'Archivio Capitolare e dell'Archivio Storico Diocesano di Cosenza, stanno emergendo dati che ci consentiranno di riconsiderare le vicende e gli orizzonti dello sviluppo della polifonia rinascimentale nell'Italia meridionale. Il capostipite della Scuola polifonica siciliana, fino agli inizi degli anni Ottanta, era considerato Pietro Vinci, anche se restava un mistero la sua formazione. Bisognerà aspettare gli studi di Maria Antonella Balsano, per scoprire che prima di Vinci era attivo in Sicilia Giandomenico Martoretta, un musicista di Mileto, ben noto negli ambienti editoriali veneziani - in particolare presso gli Scotto e i Gargano -, ancor prima del suo esordio con i Madrigali a quattro voci (1548), tant'è vero che le sue prime composizioni risultano pubblicate anche in raccolte per lo più di Gero e di Arcadelt. Il suo madrigale In un bel prato, di fioretti adorno, figura, infatti, la prima volta in una raccolta di Madrigali a tre voci di Festa, Gero e Janequin, pubblicata nel 1541, e poi ristampato in almeno altre sei raccolte pubblicate tra il 1543 e il 1570, quasi sempre come primo brano delle rispettive sillogi; O fortunato augello risulta invece inserito nel Quinto libro di madrigali a quattro voci di Archadelt, pubblicato a Venezia nel 1544. La presenza di questi due madrigali del musicista calabrese nelle pubblicazioni citate è veramente significativa e ci dà le coordinate temporali e spaziali necessarie per collocare alcuni dei tasselli cui accennavo prima. Ci fa capire, insomma, non solo che il madrigale era ben noto e frequentato dai polifonisti calabresi sin dal quinto decennio del Cinquecento, ma anche che essi erano direttamente legati agli 'oltremontani', presso i quali, probabilmente, si erano formati, come tanti altri musicisti italiani del tempo. Restava però ancora da scoprire e meglio definire come i calabresi fossero venuti a contatto con i musicisti d'oltr'Alpi; se c'erano, e quali erano le opportunità formative dei giovani musicisti in Calabria. Quanti si sono occupati di polifonisti calabresi, hanno sempre, io per primo, al massimo, ipotizzato una formazione di base presso ambienti ecclesiastici locali per poi approfondire gli studi fuori. Ma grazie alle recenti ricerche, ora possiamo invece dire che i musicisti calabresi avevano l'opportunità di formarsi alla scuola degli 'oltremontani' anche in Calabria: la presenza di Jhan Gero, prima come cantore e poi come maestro di Cappella presso la corte di Pietro Antonio Sanseverino, insieme a tanti altri musici e cantori, è documentata non solo nei registri dei prìncipi di Bisignano a partire dal 1540 fino al 1558 (Corsi 2001), ma anche in vari atti notarili che si conservano presso l'Archivio di Stato di Castrovillari. Da tali documenti emerge quanto egli fosse radicato nella realtà socio-economica calabrese non solo per le sue attività professionali, ma anche e soprattutto per una serie di attività imprenditoriali e commerciali legate al suo patrimonio immobiliare, che nel frattempo aveva acquisito: vendeva e acquistava case e terreni; vendeva seta nelle fiere di Cassano, Altomonte e Cosenza; era coinvolto nelle gabelle di carni e pesci e in altre attività del genere (Borsetta 2003: 144). I documenti d'archivio, trovati da Paola Borsetta, evidenziano inoltre una presenza ben più ampia e duratura anche dei Fiamminghi in Calabria, rintracciabile in vari inventari di libri dove non mancano, per esempio, le pubblicazioni di Adriano Willaert o di Cipriano De Rore. Altri atti notarili, per restare nell'ambito della formazione musicale, formalizzano impegni e doveri tra allievo e maestro: il primo, magari è tenuto a fare da servitore al maestro per un certo numero di anni e questi, in cambio, ha l'obbligo di assegnargli a cantare, a suonare alcuni strumenti e a volte anche a danzare. Tra gli atti di questo genere, forse il più interessante per quanto ci riguarda, è quello del 20 gennaio 1592, che vede coinvolto, benché ancora minorenne, addirittura <<il magnifico achille falcone Maestro di Canto>>. Da questo documento emerge che il giovanotto, pur avendo già riscosso parte dei quaranta scudi pattuiti, non aveva ottemperato al suo impegno di insegnare a Gioanandrea Balsano di Montalto contrappunto, composizione e pratica strumentale, perchè <<impedito di altri soi maggior negocij in la terra di montalto>> (Borsetta 2003: 182). La notizia è interessante non solo perchè ci fa intuire le capacità di cui era dotato il musicista cosentino, se, forse ancora adolescente, era impegnato ad insegnare anche contrappunto e composizione, ma anche perchè ci consente di aggiungere altri dati sulle attività didattiche in Calabria. Meno fortunate si sono rivelate le ricerche archivistiche sul bisignarese Giovanni Battista Melfio: il suo nome non figura in nessuno dei protocolli dei notai attivi nella piazza di Bisignano in tutto il Cinquecento, nè si riscontra nei registri dei Sanseverino finora consultati, che, come già detto, nel Cinquecento disponevano di una folta cappella musicale. Le pochissime notizie che abbiamo sulle sue vicende biografiche restano, quindi, ancora quelle che si apprendono dalla lettera dedicatoria delle sue <<fatiche giovanili>>, cioè Il primo libro di madrigali a quattro voci, pubblicato a Venezia nel 1556 e dedicato <<Al Reverendiss. Monsignor Cesare Foggia, dignissimo episcopo d'Umbriatico et padrone osservandissimo>>. La lettera dedicatoria datata <<Napoli all'ultimo di settembre del 1555>>, attesa che quella data egli era a Napoli, ma non sappiamo se era al seguito del suo mecenate o per altri motivi. E tuttavia è proprio grazie alle ricerche avviate sul musicista di Bisignano, che gli studi sui polifonisti calabresi hanno ripreso vigore e stanno dando notevoli risultati. In questo CD mancano le composizioni d'autori più noti, come, per esempio, Achille Falcone: ho voluto infatti gettare un raggio di luce sulla storia meno conosciuta del madrigale in Calabria, dalle origini alla sua foce nella monodia, coltivato sia da nobili dilettanti (come Caputi o Scialla) che da professionisti (come Martoretta o Pasquali). Sia il CD che il libretto, che serve da guida al suo ascolto, sono frutti di anni di studio e di ricerca di quanti hanno collaborato a realizzarlo: voglio qui in particolare ricordare gli studi di Antonella Balsano e di Gaetano Pitarresi su Giandomenico Martoretta, quelli di Francesca Turano su Manilio Caputi, le ricerche archivistiche di Maria Paola Borsetta, che ormai impongono di riconsiderare sotto una luce diversa tutta la musica rinascimentale dell'Italia Meridionale; nonché le ricerche su Manilio Caputi, su Giacomo Tropea, su Alessandro Scialla e su Francesco Pasquali, condotte con tenacia ed entusiasmo dai miei discepoli Alessandro Vuono, Patrizia Schioppa, Claudia Aristotile e Giuditta Davoli. In attesa che i loro studi vengano pubblicati, sono disponibili le loro dissertazioni di laura in DAMS nell'Università della Calabria, corredate di ampia ed appropriata bibliografia. Ringrazio Paolo Emilio Carapezza, che, con la generosità che lo contraddistingue, ha steso un saggio panoramico sui madrigali qui incisi; l'Hesperimenta Vocal Ensemble, per la competenza dimostrata, l'impegno profuso e la bellezza dei risultati sonori, nonchè Rosario Raffaele, che me lo ha proposto; e, last but not least, Giuditta Davoli, che mi è stata di grande aiuto anche nella redazione di queste note introduttive.