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L'ultimo
fato
di
Gioacchino Murat
di Antonio Pandullo
Si parla ancora di lui, di Gioacchino
Murat,
nel bene e nel male, non importa,
ma si parla.
C'è chi lo adora, c'è
chi lo denigra, c'è chi lo ignora.
In Italia esistono Associazioni,
Gruppi, Fondazioni,
Club di Giuochi di Ruolo, collezionisti
di memorabilia
che rendono ancora viva la figura
e le gesta
dell'ex Re di Napoli, che perseguì
caparbiamente
tra un mondo di sordi l'idea
dell'unità d'Italia,
portando una ventata di modernità
nel Meridione
che si lasciò per sempre
alle spalle il Medio Evo,
la feudalità, i privilegi
e quindi i soprusi.
In ogni dove vengono svolti
convegni, simposi,
ricostruzioni storiche come
quella
più famosa di Tolentino,
veri e propri processi
con giurie composte da autentici
magistrati.
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Gioacchino
Murat:
gli
ultimi tredici giorni
del
'Prode dei Prodi
di Mario Mazzucchelli
La flottiglia che lascia la rada di Ajaccio si compone
di 6 grosse barche a vela latina nominate
'gondole'. Sulla 'Sant'Erasmo',
comandata dal capitano Barbara, corsaro maltese
un giorno al servizio di Napoli,
s'imbarca il Re con 29 compagni.
Sulla 'Misericordia', comandata dal capo battaglione
Caurraud, 50 soldati; sulla 'Concezione N. 1',
comandata dal capitano Ettore, pure 50
soldati e così sulla 'Concezione N. 2',
comandata dai capitani Mattei e Giacometti.
La 'Vergine' del Carmine' porta un
contingente di 48 uomini ed è comandata
dai capitani Semidei e Medori.
La flotta annovera pure una feluca,
'La Volteggiante', condotta da
padron Cecconi. In tutto, il Corpo di spedizione
conta 298 uomini.
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