Ricordi
Dolci ricordi, voi che ritornate
dalla notte del tempo a
ricordare
amici libri professori
date,
cose che il cuor non può
dimenticare,
quanto vorrei che mi parlaste
ancora
di un viso bello dagli
occhioni neri
facendomi riviver per un'ora
l'ebbrezza dei suoi baci
non sinceri.
Come vorrei tornar sul vecchio
banco
dove incidemmo un cuore
e il nome nostro,
e macchiavamo il fazzoletto
bianco
con le mani già
sporche nell'inchiostro.
Se potessi rivivere soltanto
un'ora sola di quel mio
passato,
dagli occhi miei asciughereste
il pianto:
le lacrime sincere che
ho versato.
Dolci ricordi, voi mi riportate
tutta una vita dall'oblio
profondo;
voi solamente, solo voi
mi date
la speranza che regge questo
mondo.
In voi ritrovo tutti i sogni
miei
svaniti come nebbia al
primo sole,
con voi risento dolci le
parole
che sempre volentieri ascolterei.
Rivedo come in sogno il
mio paese
messo a strapiombo sull'azzurro
mare
là, sulla bella
costa calabrese
che mi ricorda tante cose
care:
le lunghe gite in barca
con gli amici,
quando non volevamo andare
a scuola,
le corse di quei tempi
miei felici.
Il tempo come passa, come
vola!
Penso alle tristi sere dell'inverno
quando non sapevamo cosa
fare,
le lettere su carta di
quaderno:
questo modo assai semplice
d'amare.
Le versioni di greco sottomano
io ti passavo, amica, e
a volte un tema;
tu risolvevi sempre il
mio prolema
e sorridevi col tuo modo
strano.
Romeo di Villanova e il
suo cammino
per la via dell'esilio
c'incantava,
e la professoressa di latino
che ci voleva bene; tanto
brava!
Lei mi capiva come mamma
mia,
Le confidavo tutte le mie
pene,
anche l'acerba, ingenua
gelosia
per la ragazza cui volevo
bene;
fin quando un triste giorno
(era di maggio)
non vidi più quel
sorridente viso;
era partita per un lungo
viaggio:
il viaggio che ci porta
in paradiso.
Era triste la cattedra quel
giorno
e l'attendeva come tutti
noi;
attendevamo tutti il Suo
ritorno.
Cari ricordi, lo sapete
voi.
Voi che scrivete come in
un diario
giorni di festa e di malinconia,
che seguite l'andare solitario
sulla deserta ed assolata
via.
Dolci ricordi, datemi soltanto
un pò del mio passato,
un'ora sola,
perchè possa rivivere
l'incanto
della Sua voce, della Sua
parola.
Ma voi correte rapidi col
vento
e non vi ferma il sole
dell'aurora;
ma forse un giorno tornerete
ancora
e parlerete con sincero
accento,
come sempre; la gioia mi
darete,
la stessa gioia che mi
avete dato
quando mi parlavate di
un passato
pieno di cose tristi e
cose liete.
Ed io verrò con voi,
su rive amene,
rifacendo il romantico
cammino
con la professoressa di
latino
che m'ha voluto sempre
tanto bene.
E tutto tornerà com'era
allora,
al tempo bello che non
torna più:
col viso sorridente la
signora
morta nel fiore della gioventù.
9-9-1961
A Tropea
Mi sembri ancor più
bella questa sera
col cielo azzurro a con
l'azzurro mare
che si frange laggiù,
sulla scogliera.
Si vedono lontano due lampare;
là, sulla sabbia,
danzano le onde
e con la riva ognuna si
confonde.
L'aria non turba un alito
di vento
mentre s'ode lontano una
canzone
che sembra al cuore un
flebile concerto
capace di fugar la delusione.
Tutto d'intorno a te stasera
tace:
solo il mio cuore, ahimè,
non trova pace.
Bella, tu dormi in una conca
verde
cullata dall'azzurro del
Tirreno
che lontano, lontano assai
si perde
e si confode con il ciel
sereno.
Cantano gli usignoli e
la collina
ti fa corona come a una
regina.
Chi può scordar,
Tropea, le tue ragazze,
i tuoi viali con gli innamorati,
le zagare, i giardini,
le tue piazze
e tutti questi fiori profumati?
Dovunque andrò io
non potrò scordare
le tue verdi colline ed
il tuo mare.
Sempre ti porterò
nel cuore mio
e ti custodirò come
un tesoro
anche se un giorno dovrò
dirti: addio!
come a una fata dai
capelli d'oro.
Ora ti lascio...dormi in
questa pace;
non senti? l'usignolo pure
tace.
Dormi mia cara, splendida
Tropea,
e quando aprirai gli ochhi
in su l'aurora
apparirai più bella
di una dea
e accanto a te mi troverai
tu ancora.
Il cuore mio non può
lasciarti più
perchè la vita,
mia Tropea, sei tu.
1958
Questo amore
Anche le stelle cadono
come muore
il fiore
dalla vita effimera,
come la rosa
che ride a primavera,
come ogni cosa;
ma finirà l'amore?
questo amore?
Bello come un giorno di
festa,
triste come l'autunno,
dolce come la speranza,
cupo come un giorno di
tempesta,
grande quanto il mare,
terribile come il cielo
quando il cielo è
terribile,
limpido come l'acqua di
pura sorgente,
torbido come un fiume
che tutto trascina,
lieve come la brezza
che accarezza
i tuoi capelli,
turbinoso come la sabbia
rossa del deserto,
libero come il volo delle
rondini,
nascosto come gemma preziosa,
nero come sono neri
i pensieri,
inebriante come una bottiglia
di gin,
pungente come spina di
rovo,
capriccioso come il vento.
Quest'amore
che dà la vita
e fa morire;
che fa piangere
e tormenta,
quest'amore
fatto di sguardi
maliardi,
di vezzi bugiardi,
selvaggio come fiori di
prato,
verde come i nostri anni,
pieno d'inganni;
quest'amore
che ha conosciuto i raggi
dell'aurora
e il nero delle tenebre,
i sorrisi beffardi
e la tristezza dei ricordi,
quest'amore
tutto lacrime
e gioia di vivere,
suadente come la musica
di cento violini,
come un concerto di voci
angeliche,
quest'amore
tutto lacrime
e gioia di vivere,
suadente come la musica
di cento violini,
come un concerto di voci
angeliche,
quest'amore
sogno impossibile
vissuto nel sogno,
e fragile
come unna spilla di luce:
quest'amore
è il nostro amore.
10-9-1960
Amo l'autunno
Amo l'autunno
per le sue foglie gialle
sull'asfalto
nel vortice del vento,
amo i tramonti pallidi
sul mare
d'un bianco argento.
amo la primavera,
la gioia di una sera
che dà malinconia,
amo la sinfonia
di mille uccelli,
i fiori che i cancelli
proibiscono alla mano,
amo il profumo arcano
di vellutate rose,
l'immenso cielo azzurro,
le stelle misteriose,
il tinnulo sussurro
della tua voce amica.
Trovo la gioia antica
di un'estasi divina,
di un'ora che ho vissuto
su prati di velluto;
cerco tra i rami spogli
di un albero caduto
parole di preghiera
che sanno di rimpianto;
e nella triste, silenziosa
via
sento la melodia
di un accorato pianto.
Nel vicolo deserto
singhiozza una fontana,
e nel suo pianto mi ricorda
ancora
la scena di un addio.
Povero amore mio,
l'ultima foglia, come una
speranza,
è già caduta
in vorticosa danza;
ma quando tornerà
la primavera,
tu sola non verrai
come le rose ad allietar
l'aprile.
Fiore gentile,
il tuo profumo l'ha portato
il vento;
la tua bellezza, il sogno
di un momento
col sole dell'aurora
non torneranno ancora.
Povero amore mio,
solo il fruscio
di mille foglie gialle,
di un volo di farfalle,
mi sanno riportare la tua
voce;
le rondini soltanto
ascolteranno il pianto
del povero mio cuore
che se ne muore,
e allo spuntar del sole
dirò le mie parole
alla malinconia,
e saranno il mio canto:
l'ultimo canto prima di
morire.
1961
Vergine bella
Vergine bella, sul tuo bianco
seno
vorrei dormire il sonno
della vita,
annegar nel sorriso più
sereno
della tua bocca che all'amor
m'invita.
Quando il cielo di stelle
è tutto pieno
ritorna nel mio corpo un'infinita
voglia d'averti, sul sentiero
ameno
che mi ricorda un'estasi
fuggita.
Vergine bella, quando viene
il giorno
ai platani racconto il
mio dolore
sapendo che mai più
farai ritorno.
E sento allor come una stretta
al cuore
mentre tace natura tutt'intorno
e tu non parli più
del grande amore.
1961
Capinera
Sei chiusa in gabbia, bella
capinera,
e il nido più non
hai su quell'abete
dove cantavi sempre, fino
a sera,
insieme alle compagne tanto
liete.
Or d'una gabbia tu sei prigioniera,
non godi più dei
boschi l'alma quiete
e libera non voli a primavera
ed il tuo canto più
non si ripete.
I boschi e le colline sono
in festa,
il ruscelletto scende verso
il mare...
...ma tu non canti più
nelle foresta.
Non sento più la
dolce melodia,
ma sento solo le tue note
amare:
le amare note della prigionia.
1958
Amore
Io t'amo come l'aria, i
monti, i prati,
come l'acqua d'estate nell'arsura,
come il mar con gli abissi
sconfinati,
come i fiori laggiù,
nella pianura.
Come il sole che splende
e i rai dorati
che portan luce a questa
terra oscura,
io t'amo per quegli occhi
innamorati
dove sorride tutta la natura;
per quei capelli biondi
come l'oro,
per gli sguardi che fanno
impallidire,
per quella bocca bella
ch'è un tesoro.
Come bellezza vergine d'un
fiore
che a breve tempo pur dovrà
morire
io t'amo ed ardo, sì,
ma sol d'amore.
1957
Nonna illusione
Quanti fiori, quante cose,
che bellezza c'è
d'intorno!
Muore lento, triste il
giorno
tra il profumo delle rose.
Su, nel cielo, tante stelle
stanno come per guardare
le scogliere così
belle
che carezza lieve il mare;
e si perde su per l'aria,
come nenia, una canzone;
per la strada solitaria
sola va nonna illusione.
Poi sparisce tra le rose
ed i nostri sogni culla,
promettendo tante cose;
ci darà...poi...forse,
nulla.
1957
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Saffica
Come in un quadro bello
del Seicento
dove son dame con i volti
bei,
ed i capelli neri sparsi
al vento
tale tu sei.
In te risplende tutta la
bellezza
che a primavera adorna
tutti i fiori;
sorride in te l'eterna
giovinezza
di tutti i cuori.
Dinanzi agli occhi tuoi
scompare il sole,
il vento per timore non
ti tocca
e sgorgan così dolci
le parole
dalla tua bocca.
Dolce è il sorriso
delle guance tenere
e a quel sorriso tutto
fremo ed ardo
perchè ricorda a
me la bella Venere
quel dolce sguardo.
Tutto ti darò quello
vuoi
quando in eterno ci unirà
l'amore;
proveranno le labbra i
baci tuoi
e il tuo calore.
Sì, passeranno gli
attimi fugaci,
ma godremo l'ebbrezza dell'amore:
la dolce ebbrezza che san
dare i baci
ed il tuo cuore.
I nostri giorni, su, godiamo
allora,
la nostra storia, no, non
è finita;
per tutti i giorni che
vivremo ancora
sarai la vita
1957
L'ultima sera
Era l'ultima sera,
di un caldo giugno di un'età
passata,
e non lo sapevamo.
Sentivamo soltanto i grandi
platani
sussurrare le note
di una canzone amata.
Parlavamo di un dolce domani
senza sapere
che non c'era domani.
Sempre, più, mai:
parole da dirsi in ginocchio,
e noi, bugiardi,
avevamo il coraggio di
giurare.
Son passato così
nella tua vita
senza dimenticare
la dolcezza di un'anima
che sapeva comprendere,
anche se per un attimo
ci dicemmo parole terribili.
Volemmo:
volemmo distruggere un sogno
fatto di chimere;
cercammo invano,
dove non c'era, la felicità.
Caddero ad una ad una
le foglie gialle delle mie
speranze,
e tu volasti rapida
com'eri venuta,
ma sempre bella
come ti avevo visto
la prima volta
col vestitino blu di collegiale.
Ora soltanto i platani
sanno,
e ricordano,
e raccontano
ma gli altri non sanno,
non possono capire
quel triste concerto
di note fruscianti.
Era l'ultima sera...
e non lo sapevamo.
Era l'ultimo incontro
e poi....
Ricordo solo che non ti
vidi più.
1960
Maggio
E' maggio e tra l'odor dei
bianchi gigli,
bella bambina, tutti i
dì t'aspetto
e ancor ricordo quando
sotto i tigli
forte ti stringevi sul
mio petto.
Quando tremante, forse di
paura,
cercavi sul mio cuore un
pò di pace
e mi baciavi nella notte
oscura
con quella bocca tua che
fu mendace.
Promesse fur le tue, volate
al vento,
perchè da me te
ne fuggisti via
ed ora solo, sotto il firmamento,
ho il cuore pieno di malinconia.
1954
Voce d'autunno
Torna l'autunno, cade ogni
foglia,
triste il viale, lento
si spoglia.
Protende al cielo l'albero
pio
le braccia nude, pregando
Iddio.
E qui, nel buio, vagando
solo,
la voce ascolto d'un usignolo,
mentre le foglie narrano
al cuore
un'incantevole storia d'amore.
Triste è la notte,
solo le stelle
sembrano al cuore sempre
più belle.
Forse fra poco, forse domani
t'avrò sul petto,
tra le mie mani;
e intanto ascolto, mentre
non solo,
la voce tinnula di un usignolo.
Il vento turbina, tutte
raccoglie,
come un diario, le secche
foglie:
pagine dolci, narranti al
cuore
un'incantevole storia d'amore.
1959
Datemi un fiore
Datemi un fiore, un fiore
solamente
per ornare i capelli di
una donna
dal dolce sguardo tenero
e innocente.
Un fiore basta per la sua
bellezza,
per adornar quel viso di
Madonna
dove sorride eterna giovinezza.
Non vi chiedo di più
per il mio amore:
datemi un fiore, solamente
un fiore.
1955
A te
Ti vidi nella strada quella
sera
e fino al tuo porton ti
accompagnai;
tu mi giurasti d'essere
sincera
ed io d'amarti sempre ti
giurai.
Ricordo ancora il viso tuo
di cera
che prima di lasciarti
accarezzai;
poi tu sparisti nella notte
nera
e da quel giorno non ti
vidi mai.
Ma porto sempre in fondo
al cuore mio
lo sguardo di quegli occhi
belli
e la tua voce che mi disse:<<Addio!>>.
Ed ogni giorno, allo spuntar
del sole,
rivedo come in sogno i
tuoi capelli
e parmi risentir le tue
parole.
1957
Spera
Bella bimba, che ogni sera
vai passando nel viale,
forse il viso tuo di cera
si ricorda l'ospedale,
dove pallido, ogni notte,
si posava sul guanciale
e i pensieri, tutti in
frotte,
con un canto di Natale
che giungeva da lontano,
s'affollavano alla mente
e dicevano pian piano
che la vita non è
niente.
Tu lo sai che c'è
l'amore,
tu lo sai che c'è
la vita;
non contare sulle dita
le amarezze del tuo cuore.
Non attendere il ritorno
di chi forse t'ha scordato;
verrà certo un lieto
giorno
per il cuore innamorato.
Per te cantan gli usignoli,
chè il Signore a
tutti quanti
sa donar, fra molti pianti,
quella gioia che consoli.
Guarda in cielo e sempre
spera
per la tua felicità;
la tua fervida preghiera
il Signore ascolterà.
Nel tuo cuore rinfrancato
tornerà la pia speranza:
la dolcissima fraganza
sentirai dei fior di prato,
ed ancor nella tua stanza
salirà dalla marina,
lieve, ai passi di una
danza,
una musica divina:
e alla voce universale
della cara, pia natura,
scorderai la stanza oscura
del terribile ospedale.
1957
Vecchio giardino
Eri bello una volta, mio
giardino,
da mille e mille fiori
profumato,
tra i quali più
spiccava il gelsomino...
...ed ora, invece, tu sei
rovinato.
Pure il vento, passando,
ora si tace
e più non canta
lieta la fontana:
dove c'era allegria ora
v'è pace,
dove c'erano i fior, la
maggiorana.
Degli alberi c'è
solamente il fusto,
dei tuoi cancelli ruggine
soltanto,
e a terra, in mezzo al
fango, un vecchio busto
in questa pace tua di camposanto.
Ma tu ricordi, tu ricordi
quando
leggero il vento andava
tra i tuoi rami
e l'usignol, la voce modulando,
mandava verso il cielo
i suoi richiami.
Dove sono quei fiori tanto
belli,
e gli ochhi azzurri di
colei che amai?
Lo sanno solamente i tuoi
cancelli
quante frasi d'amor le
sussurrai.
E gli alberi, le rose, le
tue fronde
l'hanno vista raggiante
di bellezza
quando ho baciato le sue
trecce bionde,
in un momento di sublime
ebbrezza.
.......................................
Seduta or più non
c'è la studentessa
con il suo vecchio libro
di latino.
Addio per sempre, bella
principessa!
Addio per sempre, vecchio
mio giardino!
1957
Primavera
Il mar s'infrange, col suo
mormorio
monotono e gradito, sulle
sponde,
mentre cinguetta un passero
su un rio
o tra le fronde.
I prati son fioriti: è
primavera!
Tutta sorride intorno la
natura
e girano i rondoni fino
a sera
nell'aria pura.
Si posano sugli alberi gli
uccelli
o sopra i tetti delle nostre
chiese
e cantano d'amor gl'inni
più belli
al mio paese.
Intreccian voli tutti in
compagnia
e volano dal colle fino
al mare:
stupendo quadro pieno d'allegria,
che fa incantare.
1956
Non era amore
Ci vedremo stasera, amore
mio,
e sarà forse l'ultimo
saluto;
t'ho amata anch'io
ma dell'amore mio non fui
creduto,
perchè qualcosa
ti struggeva il core:
non era amore.
Ed ogni volta che passava
il vento
sentivo lene più
d'una parola,
tutto tormento,
che mi diceva: <<E
tu mi lasci sola?>>.
E sul letto piangevo di
dolore:
non era amore.
E quando il sole nei tramonti
estivi
infocava la terra a poco
a poco
tu m'apparivi
raggiante di splendor come
in un foco,
ed io pensavo a te nel
tuo dolore:
non era amore.
1958
Forse
Io morirò
come una rosa in boccio
che ha visto appena lo
spuntar del sole,
come una farfalla che ha
bevuto
dai dolci calici
dei fiori teneri
l'ebbrezza dell'amore.
E quando gli occhi miei
più non vedranno
la primavera piena di colori
e più non sentirò
l'alato canto
dell'usignolo,
quando il mio corpo più
non avrà vita,
quando si spegnerà
l'ultimo canto
del bianco cigno,
cosa sarà di te,
dolce fanciulla,
vissuta sempre accanto
al tuo poeta
che ti sapeva dire
quelle dolci parole appassionate?
Nella tua mente, forse,
non avrai
quei versi che sapevano
cantare
la tua bellezza vergine
e le tue labbra rosse di
velluto.
Che cosa mai ti potrà
dire il cuore
quando sulla mia tomba
porterai
due rose bianche?
Che cosa penserai del tuo
passato,
del mio passato?
E quando nelle danze volerai,
cosa dirà la musica
al tuo cuore?
Del nostro amore non resterà
più nulla,
forse...
O, forse, aspetterai quella
Signora
che, alata come il vento,
oltre la vita ci darà
la vita.
Forse...sì...forse.
1959
Tramonto
Il vento che passa le case
accarezza
e muove le foglie dei gelsi
e dei tigli;
leggero leggero sì
come la brezza
e porta un odore di rose
e di gigli.
Soave un profumo di zagare
è intorno
e il sole tramonta nel
mare d'azzurro:
c'è pace nei campi
e al cadere del giorno
la voce del vento è
il più dolce sussurro.
1956 |