Reggio Calabria. Museo. Epigrafe sepolcrale rinvenuta a Tropea.
EPIGRAFE SEPOLCRALE CRISTIANA PROVENIENTE DA TROPEA
di Carmelo Turano (1956)
+ Hic requiescit in pace [- -] tus, qui vixit anno(os) p(lus) [m(inus)... de] positus VI id(u)s feb[ruarias] p(ost) c(onsulatum) Paulini Iu[nioris].
La formula hic requiescit in pace è nuova nell'epigrafia cristiana di Tropea: in undici delle epigrafi già note, che risalgono al IV sec. e alla prima metà del V, si ha, con qualche breve variante, la sigla B(onae M(emorias) S(acrum), e, in una, la parola Titulum. La formula hic requiescit, si riscontra nel Bruttium, soltanto in due iscrizioni scoperte a San Cono, non lontano da Vibo Valentia, e datate al 5512. Il defunto è indicato col solo nome, secondo l'uso che, a partire dal V sec., predomina quasi esclusivamente nella epigrafia cristiana. Di esso ci rimane la sola parte finale. L'età è espressa in modo approssimativo con la formula plus minus; molto frequente a partire della seconda metà del IV sec. E' indicata altresì la data della deposizione, avvenuta l'8 febbraio del 535. Tale anno si ricava dalla data consolare offertaci dall'epigrafe. Gli anni sono numerati dal console Paolino, promulgato nel 534 e ricevuto in Occidente. E' noto che dal 535, anno in cui ebbe inizio la guerra gotico-bizantina; i Goti non crearono consoli, e, dal momento che non potevano menzionare i consoli giustinianei, loro nemici, numerarono gli anni dall'ultimo console promulgato per l'Occidente. Tale uso, ovviamente, si ebbe soltanto in quelle regioni dell'Italia sottomesse al dominio gotico3. In evidente errore incorre il primo editore dell'epigrafe, quando data l'iscrizione al 538. Egli, pur leggendo correttamente in un primo momento la data consolare, p(ost) c(onsulatum) Paulini Iu[nioris], ne dà, alla fine dell'articolo, un'errata spiegazione, quando afferma che <<l'anno 538 fu indicato col motto post consulatum Paulini IV>>; confondendo evidentemente le lettere IV di Iunioris col numero quater. E' invece preferibile la restituzione Iu[nioris] e, quindi, la datazione al 535, anno in cui Tropea era ancora sotto la dominazione gotica. Chè, come abbiamo già detto, l'uso di datare le iscrizioni dal console Paolino si ebbe soltanto nelle regioni sottomesse ai barbari. Nel 538, invece, il Bruttium ormai da anni era stato conquistato dai Bizantini4, i quali in quell'anno, dopo aver difeso la città di Roma prima dall'assedio, poi dall'assalto di Vitige, combattevano per la conquista dell'Italia settentrionale.
NOTE
1 La mancata menzione di quest'epigrafe nello studio sulle <<Antichità cristiane della Calabria prebizantina>> di A. CRISPO, Archivio Storico per la Calabria e la Lucania, XIV, 1945, pp. 3, 119, 209 sgg., è da imputarsi, con ogni probabilità, alla scarsa diffusione del bollettino Vita Nuova, sul quale essa è stata edita. Allo studio di A. Crispo rimando per le altre epigrafi cristiane già note provenienti ada Tropea e relativa bibliografia. L'epigrafe di cui ci occupiamo fa parte della collezione privata dell'avv. Gilberto Toraldo di Francia. 2 A. CRISPO, a. c. 3 G. B. De Rossi, Inscriptiones christianae urbis Romae septimo saeculo antiquiores, Roma, 1857-1861, I, p. XLVI e 478. Cfr. altresì: O. MARUCCHI, Epigrafia cristiana, Milano, 1910; R. AIGRAIN, Manuel d'épigraphie chrétienne, Parigi, 1912-1913; C. M. KAUFMANN, Handbuch der altchristlichen Epigraphik, Friburgo in B., 1917; F. GROSSI-GONDI, Trattato di epigrafia cristiana latina e greca, Roma, 1920. 4 G. ROMANO-A. SOLMI, Le dominazioni barbariche in Italia, Milano, 1940, p. 220 sgg.